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Disastro ambientale, Tatò e Scaroni condannati per la centrale Enel di Porto Tolle

Tatò: «Farò ricorso. Io estraneo ai fatti»

a cura della redazione
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Franco Tatò e Paolo Scaroni ex amministratori delegati di Enel (rispettavamente dal 1996 al 2002 e dal 2002 al 2005) sono stati condannati a tre anni dal tribunale di Rovigo per disastro ambientale. I fatti riguardano il periodo 1998-2005 e l'attività della centrale termoelettrica di Porto Tolle. Per i due anche l'interdizione dagli uffici per cinque anni e una provvisionale totale di 410mila euro. Assolti invece gli altri 7 imputati.

 

Il risarcimento è così suddiviso: 50mila euro al ministero dell'Ambiente, 100mila alla Sanità, 70mila alla Provincia di Rovigo e ai Comuni di Porto Tolle e Rosolina, 20mila a Legambiente e 10mila a testa per Greenpeace, Italia Nostra e Wwf.
Tatò e Scaroni sono accusati di aver compiuto atti idonei a causare un disastro ambientale con gravi ricadute sulla salute umana. I due ex amministratori delegati hanno subito commentato la sentenza dichiarando la propria estraneità. «Farà ricorso - ha annunciato Tatò - Sono stupefatto da questa decisione, la centrale ha sempre rispettato gli standard in vigore all'epoca dei fatti».
Il premier Matteo Renzi ha detto «che le sentenze si rispettano. Per le prossime nomine di Enel, Eni, Terna, Poste Italiane, il governo darà nei prossimi giorni le linee di indirizzo sulla base delle quali saranno effettuate le nomine».
L'attuale ad di Enel, Fulvio Conti, assolto: «Sono soddisfatto per la sentenza che dimostra la mia totale estraneità. La centrale di Porto Tolle - ha comunque aggiunto Conti - ha sempre operato nel rispetto delle leggi».

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