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Enrico Pea: celebrazioni a 140 anni dalla nascita per riscattare uno dei nomi più significativi della letteratura italiana del Novecento

Il 29 ottobre a Seravezza, città natale, l'associazione "Amici di Enrico Pea" ricorda lo scrittore amico di Puccini, Carrà, Montale, Ungaretti.

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Primo evento pubblico per l’associazione dedicata a Enrico Pea, che si presenta a Seravezza, paese natale dello scrittore, venerdì 29 ottobre 2021 in occasione dei 140 anni esatti dalla nascita.

Costituita alla fine del 2020, l’associazione culturale “Amici di Enrico Pea” annuncia il programma ideato per promuovere e rivalutare la figura e l'opera di Enrico Pea, uno dei nomi più significativi del panorama letterario del primo Novecento italiano insieme agli amici Ungaretti, Puccini, Viani, Carrà, Montale.

Appuntamento alle 16 nelle Scuderie Granducali di Seravezza con: il presidente Giovanna Bellora, pronipote del poeta, che presenta l’associazione; Alba Donati, poetessa e presidente del Gabinetto Vieusseux, oltre che ideatrice della" Libreria sopra la Penna a Lucignana", che legge alcune poesie da "Fole"; Lidia Cerri che interviene su "Pea impresario di teatro"; Luca Padalino che parla de "La Trilogia di Moscardino tra reticenza e dissimulazione"; Enrico Baldi che legge "La ballata della coperta versiliese", "Mi riprometto di non arricchire" e un brano tratto da "Il Volto Santo"; Andrea Palla che interviene su "Memorie Egiziane".

"L'opera di Pea, che in passato ha avuto molti ed importanti estimatori - spiega il presidente Giovanna Bellora - oggi rischia, per diverse ragioni, un immeritato oblio. Per questo abbiamo costituito un'associazione con un comitato scientifico che possa lavorare ad una sistemazione critica degli scritti in vista della riedizione di tutta l'opera o di gran parte di essa, da affidare a case editrici di alto livello. In questa prospettiva va intesa la prossima ripubblicazione in anastatica di Moscardino, il romanzo più importante, pubblicato da Treves nel 1922, e la preparazione di una mostra bio-bibliografica per il 2022, centenario dalla prima edizione”.

Il comitato scientifico dell’associazione è formato da: professor Giona Tuccini dell’Università di Cape Town, dottor Luca Padalino dell’Università di Perugia, dottoressa Valeria Pea, i docenti di scuola superiore Enrico Baldi e Andrea Palla.

"A questo progetto - conclude Bellora - daranno valido supporto altri ricercatori e critici di rilevanza nazionale, ma sarà prezioso il contributo di chiunque voglia aderire e sostenere l'associazione”.

L'iniziativa ha il patrocinio del Comune di Seravezza, della Fondazione Terre Medicee, della Fondazione Cresci di Lucca, delle biblioteche comunali di Seravezza, e il sostegno e il patrocinio della Fondazione Ricci ETS di Barga.

All’evento del 29 ottobre è possibile accedere solo con Green Pass.
Per informazioni: associazioneamicidienricopea@gmail.com

 

Breve biografia di Enrico Pea
Nato a Seravezza il 29 ottobre 1881, ebbe sin dai primi anni una vita travagliata. Nel settembre del 1885 un'alluvione del Serra e del Vezza spazzò via la casa di famiglia e due mesi dopo il padre morì sul lavoro. Rimasto orfano di padre e dopo aver abitato con la madre a Chifenti per un anno, andò poi a vivere in un cascinale sul Monte di Ripa con il nonno (uscito una ventina d'anni prima dal manicomio di Fregionaia) dove oltre ai primi rudimenti dell'alfabeto apprese anche le leggi della natura, la poesia, i concetti di libertà, di adattamento, che il nonno gli impartiva durante le veglie invernali davanti al fuoco. Così l'autodidatta è entrato nella letteratura del Novecento.

Giovanissimo, emigrò ad Alessandria d'Egitto nel 1896, dove restò fino al 1914 e dove nei primi anni svolse vari lavori manuali da operaio nelle fonderie Sloder a meccanico in un cantiere navale. Dopo il 1901 avviò un'attività commerciale di marmo, legname e vini fra l'Italia e l'Egitto il cui deposito era una baracca rossa, luogo d'incontro di anarchici, ribelli e fuoriusciti un po' da ogni parte ma anche di intellettuali; proprio lì incontrò e strinse un'inossidabile amicizia con Giuseppe Ungaretti, anch'egli figlio di emigrati lucchesi. E fu proprio grazie ad Ungaretti, correttore dei primi versi, che nel 1910 pubblicò "Fole".

In uno dei viaggi in Italia nel 1910 fece parte della "Repubblica di Apua", un'utopistica repubblica politico-letteraria basata su principi di libertà e giustizia fondata da Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, cui aderirono anche Lorenzo Viani, Luigi Salvatori e lo stesso Ungaretti.

Tornato definitivamente in Italia dopo il 1914, si stabilì con la famiglia a Viareggio dove si fece impresario teatrale, realizzò teatri all'aperto e scrisse molte opere teatrali fra cui "Giuda", tragedia che poi ripudiò e da cui iniziò la “conversione”. In quegli anni rappresentò anche diversi “Maggi”, una passione che si portava dietro sin dall'infanzia. Nel 1922 pubblicò la prima e più importante opera in prosa, "Moscardino", edita da Treves cui Giacomo Puccini aveva raccomandato lo scritto. Durante gli anni del fascismo incontrò qualche difficoltà in termini di riconoscimenti e dovette dividere con Vittorio G. Rossi il premio Viareggio assegnatogli nel 1938 con “La Maremmana”.

Durante la seconda guerra mondiale, Pea si trasferì a Lucca dalla figlia Pia, dopo aver soggiornato anche nella campagna lucchese in seguito a un bombardamento che aveva danneggiato il suo teatro Politeama a Viareggio. Pare che in quella circostanza fossero andati distrutti molti manoscritti fra cui quello di “Vita in Egitto”, una delle migliori opere di Pea, motivo per cui Pea avrebbe dovuto riscriverla quasi tutta per pubblicarla nel 1949.

Fra gli anni ’40 e ‘50 Pea collaborò a importanti quotidiani e riviste, scrisse molti romanzi, incontrò e strinse un rapporto di grande amicizia e stima con Ezra Pound, che tradusse in inglese “Moscardino”, pubblicato nel 1955 in USA dalla casa editrice New Direction e in Italia nel 1956 da Vanni Scheiwiller. D'estate era solito trasferirsi nella sua casetta di Forte dei Marmi e frequentare il caffè Roma dove ama scrivere, sedendo al "quarto platano" insieme a de Robertis, Montale, Carrà, Longhi.

Morì a Forte dei Marmi l'11 agosto 1958.

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