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Sicilia, presunti dati falsificati per ottenere meno restrizioni Covid: tre arresti

Ai domiciliari sono finiti la dirigente generale del Dasoe, un funzionario della Regione e il dipendente di una società informatica. Le accuse sono di falso materiale e ideologico.

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Quella che giunge dalla Sicilia è una vicenda che in queste ore sta facendo parlare tutta Italia. Infatti, nella mattinata di oggi 30 marzo, i carabinieri del Nas hanno tratto in arresto tre persone (in regime di domiciliari) con le accuse di falso materiale e ideologico. Secondo quanto si apprende dai media locali, gli arrestati avrebbero fornito dati non corrispondenti al vero sulla situazione epidemiologica legata al Covid e ai decessi giornalieri in alcune occasioni, questo per poter evitare alla regione maggiori restrizioni. Ai domiciliari sono finiti la dirigente generale del Dasoe, M.L.D.L. un funzionario della Regione, S.C. e il dipendente di una società informatica che si occupa dela gestione informatica dei dati dell'assessorato E.M. Nell'inchiesta, coordinata dalla Procura di Trapani, risulterebbe indagato anche l'assessore regionale alla Sanità, R.R. La sua posizione è al vaglio dell'Autorità Giudiziaria. Secondo la Prcoura, "sebbene non emerga ancora compendio investigativo grave, è emerso il parziale coinvolgimento di R.R. nelle attività delittuose del Dasoe". All'assessore in queste ore è stato consegnato un invito a comparire, e sarà sentito dagli inquirenti nelle prossime ore, questo al fine di poter chiarire la sua posizione. 

L'indagine è partita da un laboratorio di Alcamo, nel trapanese, dove erano stati forniti decine di dati falsati sui tamponi. La Procura ha deciso di vederci chiaro, e quindi ha avviato le indagini presso la Regione. Dobbiamo precisare, che all'indagine è estraneo il presidente Nello Musumeci, il quale si è detto fiducioso nel lavoro della magistratura. "Ho letto le agenzie, inutile dire che in questi casi si resta sorpresi. Noi le zone rosse le abbiamo anticipate non nascoste: è storia. Ma bisogna avere rispetto per la magistratura" - queste le parole di Musumeci. Secondo l'accusa l'alterazione dei dati non avrebbe solo riguardato solo positivi e tamponi, ma anche i decessi che venivano "spalmati" nel tempo per evitare, secondo gli inquirenti, che la Sicilia finisse in zona rossa.

"Il Comune di Palermo si costituirà Parte Civile in questo procedimento giudiziario, visto che proprio sui dati si sono basate molte scelte e provvedimenti amministrativi in questi mesi" - queste le parole di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo. I militari avrebbero captato alcune conversazioni tra gli indagati grazie ad alcune intercettazioni telefoniche, dalle quali sarebbero emerso una quarantina di episodi sospetti, avvenuti tra il novembre 2020 e il marzo 2021. Tutte le intercettazioni sono al vaglio dell'inchiesta. 

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