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Al corteo della Destra insulti a Mattarella. Anzaldi (Iv): "Salvini, Meloni, Tajani prendano distanze"

"La mafia sbagliò fratello", gravi ingiurie al Capo dello Stato alla manifestazione romana. La denuncia del Deputato di Italia Viva

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Al corteo della Destra nella Capitale, organizzato in concerto da Antonio Tajani, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, oltre al fatto che il flash mob in programma si sia trasformato in una calca totalmente dimentica delle regole anti assembramento, sono volati anche gli insulti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insulti immortalati nei vari video pubblicati dalle testate giornalistiche e su YouTube. 

Il Deputato di Italia Viva Michele Anzaldi prende di mira la peggiore delle ingiurie rivolte al Capo dello Stato, denunciandola sul suo profilo Facebook. Scrive l'On. Anzaldi: "E’ gravissimo che alla manifestazione della destra a Roma ci sia stato chi ha inneggiato alla mafia e alla peggiore criminalità, addirittura augurando la morte al Capo dello Stato, come documentato da un video pubblicato sul sito Globalist. Gli organizzatori della manifestazione Salvini, Meloni e Tajani prendano subito le distanze".

E ancora: "Come si sente nitidamente dalla registrazione, un manifestante che teneva il lungo tricolore in via del Corso ha detto, rivolto al presidente della Repubblica: “La mafia sbagliò fratello”. Il riferimento è all’omicidio di Piersanti Mattarella. Parole indegne, inaccettabili, che nessuno dovrebbe non solo pronunciare ma neanche immaginare. Un inno alla peggiore criminalità organizzata, alla morte, all’assassinio addirittura contro il garante massimo della Costituzione. La magistratura, alla luce del filmato visibile a tutti, proceda d’ufficio e persegua per vilipendio e ogni altro eventuale reato chi ha pronunciato parole così indegne. Peraltro in una manifestazione dove sono comparsi anche saluti romani, altro che nuova destra moderata come qualcuno vorrebbe far credere".

Ricordiamo, per dovere di precisione, che Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Siciliana, fu assassinato a Palermo il 6 gennaio del 1980 da Cosa Nostra, per mano di un sicario che lo freddò su una Fiat 132 di fronte alla moglie, ai due figli e alla suocera mentre la famiglia stava per recarsi a Messa. 

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