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Crescono gli Antonio Razzi nel PD

il PD deve riappropriarsi del suo filone politico della riforma costituzionale accettata dal 40% degli italiani,

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Ieri, ricordando il pensiero di Calamandrei, scrivevo:
1. Per far funzionare un Parlamento, bisogna essere in due, una maggioranza e una opposizione.
2. La maggioranza, affinché il parlamento funzioni a dovere, bisogna che sia una libera intesa di uomini pensanti, tenuti insieme da ragionate convinzioni, non solo tolleranti, ma desiderosi della discussione e pronti a rifare alla fine di ogni giorno il loro esame di coscienza, per verificare se le ragioni sulle quali fino a ieri si son trovati d’accordo continuino a resistere di fronte alle confutazioni degli oppositori.
3. L’ opposizione deve sentirsi sempre il centro vivo del parlamento, la sua forza propulsiva e rinnovatrice, lo stimolo che dà senso di responsabilità e dignità politica alla maggioranza che governa; un governo parlamentare non ha infatti altro titolo di legittimità fuor di quello che gli deriva dal superare giorno per giorno pazientemente i contrasti dell’opposizione, come avviene del volo aereo, che ha bisogno per reggersi della resistenza dell’aria.
Fa specie, quindi, leggere di Veltroni, Franceschini, Orlando che, nel disprezzo totale degli elettori del PD, accompagnati da un coro di intellettuali di sinistra alla Pasquino, abbracciano l’idea dalemiana di un governissimo, con tutti dentro.
A parte le sacrosante indicazioni del grande Calamandrei, quale sarebbe l’apporto del PD a questo schieramento? Per un malinteso dalemiano senso di responsabilità alla “fatti li cazzi tuoi di Antonio Razzi”, Il PD sarebbe costretto al totale immobilismo e alla sua inevitabile evaporazione.
Viceversa, il PD deve riappropriarsi del suo filone politico della riforma costituzionale accettata dal 40% degli italiani, delle politiche del lavoro che hanno dato un milione di occupati in più, dello sviluppo del welfare, sulla scia del reddito di inclusione e dell’APE, e di una sempre più attenta visione dei diritti civili e di una gestione equilibrata dell’immigrazione; il tutto con l’obiettivo di ri-costruire una forza liberale e riformista che, partendo dal Partito democratico, allarghi il campo, andando oltre il Pd, accettando anche di perdere per strada i vari Cuperlo, Orlando e il trasformista Franceschini.

 

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