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ivrea,condannati nomadi albanesi per rapina in villa con pestaggio

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L’assicuratore fu picchiato e immobilizzato con un taser. Condannati i tre uomini e la donna che fece da basista

Valerio Grosso
19 DICEMBRE 2018
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SAN GIORGIO CANAVESE. È stata condannata a un totale di 15 anni di pena la banda di rapinatori italo-albanese che assalì e massacrò di botte un assicuratore nella sua abitazione di San Giorgio Canavese.

Lunedì mattina il giudice dell’udienza preliminare Marianna Tiseo, del tribunale di Ivrea, ha condannato a cinque anni e dieci mesi Arvit Sada, 34 anni, albanese, residente in Cuorgnè (avvocato Stefano Idem); due anni e otto mesi per Giuliana Lomuscio, 25 anni, italiana, residente a Quincinetto (avvocato Alessandro Violo); due anni e otto mesi per Robert Kola, 32 anni, albanese, residente in Prascorsano; 4 anni per il fratello Fatos Kola, 26 anni, di San Giorgio Canavese, entrambi difesi dall'avvocato Celere Spaziante.

Robert Kola è stato però assolto dal reato di ricettazione, mentre Sada è stato condannato anche a risarcire diecimila euro all'assicuratore costituito parte civile con l'avvocato Enrico Scolari. I quattro membri della banda avevano fatto richiesta di accedere al rito abbreviato che prevede sconti di pena pari a un terzo. Il gup Tiseo ha accolto le richieste del pubblico ministero Alessandro Gallo, mitigando in parte la portata delle pena.


Diversi furti

Oltre alla rapina, alla banda venivano anche contestati diversi furti che risalgono a due anni addietro. L’attività d’indagine era iniziata il 14 ottobre 2016, a seguito dell'assalto alla villa del noto assicuratore Osvaldo Deioannes, 65enne, molto noto a San Giorgio Canavese. La notte del 14 ottobre, pochi minuti dopo le 3, la vittima stava rientrando a casa dopo una serata trascorsa in compagnia di alcuni amici. Dopo aver varcato il cancello e aver percorso il viale che conduce all’ingresso dell’abitazione, fu aggredito da due persone con il viso coperto da un passamontagna.

La scarica elettrica

I malviventi lo minacciarono puntandogli un cacciavite alla gola e lo colpirono ad una coscia con uno dissuasore elettrico, un taser, per poi sfilargli dal polso un orologio prezioso, una collanina in oro e la somma di 6.450 euro in contanti. Dopodiché lo fecero entrare in casa e, sempre minacciandolo con il cacciavite, gli chiesero dove fosse la cassaforte e le armi. L’uomo non collaborò e i due malviventi lo rinchiusero in un vano caldaia e poi fuggirono.

La donna basista

Le indagini dei carabinieri si focalizzarono subito su una donna, Giuliana Lomuscio, di Quincinetto, conosciuta dalla vittima in altre occasioni. La donna, come si scoprirà più tardi, era infatti la basista del gruppo. Da lei poi i militari risalirono anche ai complici. L’indagine avevano consentito anche di contestare alla banda anche quattro furti avvenuti nel Canavese ed uno in Francia.

I malviventi di sarebbero impossessati di orologi di marca, anelli da bigiotteria, di monili in oro e argento, contanti, liquori, sigari, fucili , carabine, e macchine fotografiche. —

Valerio Grosso

    

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