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Castellammare di Stabia: un paradiso abitato da diavoli

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Una città che fa ribollire il sangue per la rabbia provocata dall'inevitabile invidia di chi la divora con lo sguardo. Un'oasi immortalata dal fiume di turisti che la catturano nei ricordi imbrattati da un finestrino di un treno fatiscente. Questa è Castellammare. La sintesi della natura che accoglie il fuoco del Vesuvio nell'abbraccio di un'acqua vituperata di un Golfo che si prosta ai pendii della terra dei Monti Lattari. Una città che ha infiammato le più accese discussioni politiche, al punto da meritarsi l'appellattivo di laboratorio politico d'Italia. Una fucina di talenti che nello sport hanno raggiunto le maggiori vette del globo terrestre.

Di questi vividi ricordi, solo pochi resteranno purtroppo in piedi. Nella vituperata popolazione dove si fronteggiano i demoni dell'indifferenza, il miraggio della crescita rischia di diventare un lontano ricordo. Una città in cui pulsano ben 28 sorgenti viene umiliata dallo scempio di un complesso termale che si arena nel cortocircuito della politica. Dopo un lampo di encomio nazionale, gli Scavi di Stabia, abbandonati a se stessi, diventano il mantice per soffiare sulle città limitrofe attenzionate dal Grande Progetto Pompei. SI pretende di far cultura senza sollevare una smorfia di sdegno per la chiusura di una delle più importanti librerie in un paese di circa 60.000 abitanti. I giovani fanno l'impossibile. Molti preferiscono giustamente l'esodo, altri si impegnano con progetti all'interno delle mura scolastiche, pochi tentano di investire in città, Orfani di mentori che non hanno fatto fronte comune dinanzi allo scempio in cui viviamo, diventano oggi preziosi per le nostre analisi, interessanti per i nostri rigidi calcoli. Pretendiamo da loro una partecipazione alle manifestazioni, come quella organizzata contro la camorra, senza proporre loro una prospettiva. Errori di organizzazione sicuramente, ma non solo. L'indifferenza viene sempre ripagata con altrettanta indifferenza. E' una moneta di scambio che non sfugge all'entusiasmo delle future generazioni, ormai informate di ogni particolare che galleggia nell'oceanico mondo del web.

Finchè l'autoreferenzialità delle non poche associazioni mireranno alla propria vanagloria e alla cura del proprio orticello; finché le elezioni diventano una competizione meramente numerica senza un progetto cittadino, allora davvero si stanno costruendo i presupposti di un vegetale che sobbalza all'inaspettato rigore del Romeo Menti. 

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