Arrivano i rincari delle marche da bollo, decisi con il decreto legge 43 del 2013, che oggi diviene esecutivo. L’aumento è stato concepito per far fronte agli oneri derivanti dagli interventi di ricostruzione aquilana dopo il terremoto del 2009.
Lo Stato italiano intende così recuperare 1 miliardo e 200 milioni di euro: circa 197 milioni annui fino al 2019.
Dunque la marca da bollo da 1,18 euro passa a 2 euro e la marca da bollo da 14,62 euro passa a 16 euro. Il territorio Aquilano ringrazia e agli italiani non resta altro da fare che accettare l’aumento.
I primi commenti vengono proprio da esponenti politici abruzzesi: da Pescara si alza la protesta del consigliere comunale Renato Ranieri (Ex Pdl oggi Fli): «ancora una volta a pagare sono i cittadini», sbotta Ranieri. «Se oggi alcune forze politiche sbandierano ai quattro venti che il Governo ha adottato misure (opinabili) di incentivazione all'occupazione e la proroga dell'aumento dell'IVA, ieri le Camere hanno definitivamente rimesso le mani in tasca agli italiani. Vergogna. La ricostruzione dell'Aquila e non solo, la continuiamo a pagare».
Intanto, per i terremotati sarebbe una vera beffa, all’orizzonte si profila la restituzione delle tasse da parte degli aquilani, infatti L’Unione Europea insiste affinchè tale restituzione sia del 100% ( cioè gli aquilani dovrebbero pagare per intero le tasse ) perchè secondo Bruxelles la mancata restituzione delle tasse sospese in occasione del terremoto '«altera il rapporto di concorrenza tra Paesi membri». Sulla vicenda interviene il governatore abruzzese Chiodi in conferenza stapa proprio a Bruxelles : «Io invece credo che sia il minimo necessario per ristabilire la concorrenza alterata dal sisma». Secondo quanto spiegato da Chiodi, dopo le ''perplessità '' espresse dall'Ue, il Governo italiano sta elaborando un provvedimento secondo il quale la restituzione delle tasse debba avvenire al 100% se non si sono subiti danni. «Ma si tratta di una prova diabolica», osserva ancora il presidente della Regione, perchè «la procedura burocratica è farraginosa. Non si può morire di burocrazia».