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Stalking, l'europarlamentare Comi testimonia contro il suo persecutore

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"Ho dovuto cancellare il numero di telefono che usavo per lavoro, cambiare casa perchè lui sapeva dove vivevo. Oggi sono ospite da amici, e non posso comunicare i miei apountamenti agli elettori perchè ho la paura che mi segua, e di trovarmelo davanti". Una storia che ne ricorda decine di migliaia. La voce tremante, lo sguardo volto a incrociare quello del suo stalker, seduto al banco degli imputati sono quelli dell'eurodeputata Lara Comi che ha testimoniato ieri, giovedì, davanti al giudice del Tribunale di Busto. Un incubo, il suo, fatto di messaggi, di promesse nuziali, di richieste di avere dei figli insieme a lui, Giovanni Bernardini, l'imprenditore di Jesolo che spinto da un amore morboso l'ha perseguitata dal gennaio 2015 a marzo. "L'ho conosciuto nel corso dell'attività politica in un comizio a Jesolo - ha ripercorso l'onorevole - i primi messaggi erano auguri di compleanno o per le festività, come ne ricevo tanti. Venni a sapere che aveva avuto il mio numero da alcuni esponenti politici. Capita spesso". Poi sono iniziati altri messaggi. Affettuosi, pressanti, insistenti. E le prime denunce. "Era sempre presente ai miei incontri politici - ha continuato Comi - mi seguiva. Mi scriveva dov'era, che mi stava guardando, che veniva a trovarmi". Le denunce non si sono fermate. Ad oggi se ne contano poco più di 20. Ma non bastano a dare l'idea di come una donna possa sentirsi, dopo aver intimato di smetterla, leggendo "Sono a Saronno, domani sarò da te". 20, 30 messaggi al giorno. A nulla sono serviti divieti di avvicinamento. Come ricordato dal caposcorta, a seguito dell'ordinanza Bernardini è stato fermato per due volte, la prima il 4 giugno 2017 a un comizio a Legnano, la seconda il 22 luglio dello stesso anno quando Comi partecipò a una partida di calcio di beneficenza, contro la violenza sulle donne. Anche l'arresto dello scorso autunno, con condanna poi patteggiata in arresti domiciliari e il divieto di comunicazione con la donna, non l'ha fermato. "Ha iniziato a scrivermi con il falso profilo Facebook di Andrea Corsini - ha ricordato Comi - pieno di mie foto e messaggi d'amore. Da quello una settimana prima dell'ultima udienza del 22 marzo mi ha scritto che stava preparando tutto per il mio matrimonio. In allegato la prenotazione della chiesa per il 13 maggio e la ricevuta, a nome Bernardini, d'acquisto delle fedi". "Ha ricevuto anche minacce o messaggi minatori?", ha chiesto l'avvocato della difesa. "Per una donna che più volte ha chiesto di non scriverle, dopo 20 denunce e l'arresto, messaggi con scritto , , sono delle minacce e delle violenze. Non mi interessa il risarcimento che ho già detto devolvero alle associazioni contro la violenza. Non voglio consenso elettorale da questa storia non mi interessa".
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