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L'Italia può ripartire anche dalla cultura: detrazioni fiscali del 19% sull'acquisto dei libri

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Tra i provvedimenti e le molteplici misure contenute nel disegno di legge del Piano “Destinazione Italia”, hanno finalmente trovato spazio idee e programmi volti ad incrementare e diffondere, con i giusti mezzi, la lettura. A tale scopo, il ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato, ha annunciato che sarà riconosciuta una detrazione fiscale del 19% per chi, nel corso dell’anno solare, avrà acquistato libri muniti di codice ISBN, per un importo massimo di 2000 euro: 1000 per libri universitari e scolastici e 1000 per pubblicazioni di diversa natura.

“Aiutare la lettura e le librerie; quelle che non appartengono a catene stanno particolarmente soffrendo”

Così il ministro ha evidenziato gli obiettivi principali della misura: far ripartire l’Italia a grandi passi, favorendo in primo luogo la crescita culturale e la ripresa di quelle librerie indipendenti che, al pari di altre piccole e medie imprese, hanno  bisogno di “ossigeno”.

Alberto Galla, presidente dell’Associazione Librai Italiani ad Affaritaliani ha dichiarato:

Nelle scorse settimane il ministro ci ha accolto a Roma, dimostrando grande attenzione. Con lui abbiamo parlato di Legge Levi, fiscalità e degli altri problemi che riguardano la nostra categoria. So che anche l’Associazione Italiana degli Editori ha svolto un’azione congiunta. L’annuncio conferma che il ministro ci ha ascoltato. Si tratta di un segnale positivo. Finalmente abbiamo un governo attento alla cultura e alla diffusione della lettura.

"Il buon senso c'era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune" (A. Manzoni, Promessi Sposi)

La citazione del Manzoni che Zanonato inserisce nella breve presentazione della sua pagina Twitter, sembra dunque aver incorociato l'interesse del Paese e guidato le scelte del governo. Una degna risposta a chi, pur respirando l’aria del Paese che detiene quasi il 70% del patrimonio culturale mondiale, ancora grida con toni scontati e folli che “leggere non serve a niente”. Se così fosse avremmo smesso di scrivere.

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