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Storie di Gelato: Gelateria Gianni

Davide De Simoni ci racconta di un gelato “formato famiglia”

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Da Gianni si respira aria di famiglia.
Basta guardare il banco per restare stupiti dai gusti. Si sente già il sapore del gelato...

“Il babbo è venuto qui da Riccione nel 1966. ha iniziato a lavorare nel chiosco Oliviero e, dopo un anno e mezzo, imparando i trucchi del mestiere, lo ha ereditato.
Avendo fatto il muratore, è stato sempre abituato a lavorare con le mani.
Il sogno più grande, però, era quello di aprire una gelateria per tutto l'anno. Così, dopo 5 anni, ne abbiamo aperta una con 500 posti a sedere, servendo perlopiù coppe gelato.
I primi tempi sono stati duri: il gelato d'inverno non si mangiava. È stata una fatica, ma ce l'abbiamo fatta.”

Davide De Simoni, a nome di suo padre, Gianni, e di tutta la famiglia, ci racconta come il gelato sia diventato una vera e propria ragione di vita, per tutti.

“La passione di mio padre è stata così forte, che l'ha trasmessa a me e ai miei tre fratelli. Abbiamo compiti diversi: io mi occupo della parte manageriale e del marketing, gli altri del laboratorio e del punto vendita in Via Zamboni.”

Passione che si riflette anche nella scelta degli ingredienti, il cui punto forte è la qualità.

“Utilizziamo latte fresco crudo, che ha bisogno solo dell'1% di panna: rende, già da sé, il gelato cremoso e sostanzioso. Qui a Bologna, per la pasta di pistacchio o di mandorle, usiamo 150-200g di prodotto al litro, molto di più rispetto alla media in Italia.
Mi piace girare, alla ricerca dei prodotti migliori e appoggio le piccole imprese, per sostenerle e renderle competitive.”

Ed ecco qualche segreto del mestiere. Come si fa a capire se un gelato è davvero buono?

“Per poter capire se un gelato è davvero buono, bisogna aspettare 3-4 ore dal momento della produzione. Appena fatto, non si vedono difetti né struttura, inoltre il gelato è pieno d'aria.
Per noi la qualità è sempre la prima cosa, e di certo non ci manca la costanza: non bisogna perdersi d'animo alle prime difficoltà, ma perseverare, saper organizzare tutto al meglio, con gli accorgimenti che fanno la differenza.”

Il gelato non è solo sapore. È anche e soprattutto questione di odori.

“Quest'inverno sono stato ospite di un'azienda americana che fa aromi artificiali: ho scoperto che ciò che rimane più impresso nella memoria non è il sapore del gelato, ma l'odore, che permane, anche a distanza di anni. In uno dei nostri punti vendita abbiamo messo un diffusore di aroma di vaniglia.
Tutto fa parte dell'estro di mio padre, che ha trasformato la sua passione in qualcosa di davvero speciale.”

Dire gelato è dire comunicazione.

“Mettiamo nel gelato noi stessi: la nostra serietà, la passione, una passione che non si blocca neppure di notte. La cura per i dettagli e la fantasia di mio padre non si fermano mai: il 2 febbraio sono nate le gemelle, figlie di mio fratello: il babbo ha creato per loro un gusto che avesse due colori diversi; “Il Signore degli Anelli” è uscito tre giorni dopo dell'omonimo film: il bianco panna ricorda la barba di Gandalf; il “Bologna ride” è stato creato in onore di un signore che rideva sempre alla vista di gusti strani, ma abbiamo anche giocato sulla doppia lettura del nome, italiano o inglese: è preparato con nocciole, riso soffiato e cioccolato; poi c'è “L'avvocato”, con base nera, cereali al cioccolato e wafer tagliati finissimi, a simboleggiare i soldi.
Il babbo è anche l'inventore del gelato al bacio.
Si può dire che tutti i gusti nascondono una storia speciale.”

“La passione è davvero grande: viviamo per il gelato.”

Difficile scegliere tra tutti i gusti quello che rappresenta di più noi stessi, ma Davide ci svela quello che, in tanti anni d'esperienza, è riuscito a capire dai suoi clienti.

Amo nocciola e pistacchio, ma anche il “Bologna ride”: sono i gusti che mi rappresentano di più. Penso che i gusti rispecchino notevolmente la persona che li sceglie.”

“I più richiesti? Il “Che fatica farlo”, più amato in assoluto, e il “Due torri”. Da poco abbiamo lanciato anche la linea per vegani, che sta andando molto bene. Inoltre i nostri gelati sono senza glutine, ottimi anche per i celiaci.”

Un ringraziamento davvero speciale al team di Gelateria Gianni.
Chiediamo a Davide un'ultima cosa.

Ardua impresa riassumere le mille sfaccettature del gelato in una sola parola, o forse no...

STUPEFACENTE. È questo, in fondo, ciò che che il gelato deve fare: stupire.
È possibile creare il gelato per dire qualcosa: regalare un sorriso, dichiarare amore, far arrabbiare.
È incredibile come le persone, dopo averlo mangiato, si sentano davvero bene, ancor di più perché è sempre accompagnato da un sorriso.”

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