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La Stampa: "Pm indaga su vendita Milan a prezzo gonfiato, tegola su Berlusconi"

L'inchiesta ipotizzerebbe anche il reato di riciclaggio

redazione
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Berlusconi avrebbe venduto il Milan a un prezzo di molto maggiore del suo valore di mercato, contando sul successivo rientro di una "cifra sostanziosa". E l'operazione sarebbe stata caratterizzata anche dal reato di riciclaggio. E' quanto si legge oggi su La Stampa, che dà notizia di un'inchiesta della Procura di Milano su una cessione a prezzo gonfiato della società rossonera, passata dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi all'imprenditore cinese Yonghong Li.

Secondo il quotidiano torinese e il Secolo XIX, la Procura milanese avrebbe avviato l'indagine dopo aver constatato che la vendita del Milan era avvenuta ad un prezzo di almeno 300 milioni di euro (su 740) superiore al reale valore della società. Da lì erano partite una serie di verifiche per accertare il percorso dei flussi finanziari. Infine, "in gran segreto, nei giorni scorsi, i pm - si legge - hanno avviato un'inchiesta che tra le varie ipotesi comporta anche verifiche sul reato di riciclaggio".

A coordinare l'inchiesta, il pm Fabio De Pasquale, lo stesso che in passato aveva indagato Berlusconi per la frode fiscale sui diritti tv ma che lo aveva anche difeso nella vicenda della scalata di Vivendi a Mediaset. "Voci sulla compravendita ne giravano da tempo - ricorda il quotidiano - tanto che l'estate scorsa l'avvocato Niccolò Ghedini aveva consegnato in procura i documenti per attestare la regolare provenienza del denaro cinese". "Alla base dell'apertura dell'inchiesta avvenuta poche settimane fa - aggiunge - ci sarebbero nuovi documenti che dimostrerebbero esattamente il contrario". "Da dove sia partita la svolta, al momento non è ancora chiaro - si precisa - Una traccia, si deduce, che risalirebbe ai reali flussi di denaro partiti da Hong Kong".

 

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