Chiusa l’inchiesta sulle presunte firme irregolari del Movimento 5 Stelle per le elezioni regionali del 2014 in Emilia Romagna. Notificati gli avvisi di fine indagine ai cinque stelle coinvolti nell’inchiesta. L’avviso di fine indagine solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio.Tra i quattro che hanno ricevuto l'avviso di chiusura indagini preliminari, interrogati nelle scorse settimane dal Pm Michela Guidi, c'è Marco Piazza, vicepresidente del consiglio comunale di Bologna. Il fascicolo partì da una denuncia di due ex militanti dell'Appennino. A Piazza è contestato di aver violato le norme perché in qualità di pubblico ufficiale che procedette ad autenticare le firme per presentare la lista circoscrizionale, attestò falsamente che alcune erano state apposte in sua presenza, mentre in realtà non era così: furono apposte davanti ad altri o in altro luogo e data. Indagati anche le attivista Giuseppina Maracino e Tania Fiorini e il dipendente comunale Stefano Negroni. "Avendo presentato centinaia di firme in più di quelle richieste, la nostra raccolta per le regionali 2014 non è in discussione, ma faremo comunque chiarezza fino in fondo". E questo "sia per le sette firme la cui certificazione mi viene contestata, sia per le tre raccolte da Stefano Negroni e non riconosciute, su due delle quali, peraltro, abbiamo già presentato prove che ne dimostrano l'autenticità ". Dopo aver ricevuto l'avviso di chiusura indagini sulla vicenda delle presunte irregolarità nella raccolta firme per le elezioni regionali del 2014, il consigliere comunale bolognese del Movimento 5 stelle (ora autosospeso) Marco Piazza, parlando alla 'Dire' a margine di una commissione a Palazzo D'Accursio, ostenta tranquillità , "anche perché- ribadisce- vista la quantità di firme raccolte non avevamo bisogno di ricorrere a trucchetti di qualsiasi tipo". – 15 febbraio 2017
