Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti è stato iscritto nel registro degli indagati della procura della Repubblica per l'alluvione del Baganza del 13 ottobre 2014. L'iscrizione nel registro degli indagati risale alla scorsa settimana - scrive la Gazzetta di Parma -, ma non sarebbe ancora stata trasmessa alcuna informazione di garanzia agli indagati, perché finora la Procura non ha svolto atti che richiedano la presenza di un difensore. Il sindaco è indagato per disastro colposo in quanto massima autorità di protezione civile in città. In piena campagna elettorale per le comunali del 5 giugno scorso, Beppe Grillo sul blog annuncia la sospensione dal Movimento del sindaco di Parma dopo che era stata pubblica sui giornali la notizia dell'indagine a suo carico per le nomine del Teatro Regio. Sospensione ancora in corso, forse per la campagna elettorale. "Sulla mia sospensione – ha ribattuto Pizzarotti - non mi ha contattato nessuno. Anzi, ho letto che Di Maio dice che gli pare di non avermi sentito. Fa sorridere. In ogni caso attendiamo delle risposte. Spero che non si stia concretizzando l'ipotesi di aspettare dopo le amministrative. Non mi aspetto solamente una mail ma che ci sia un incontro. Arrivati a questo punto serve un incontro per chiarire quanto c'è da chiarire". Ad Assemini, in provincia di Cagliari, il sindaco 5 Stelle Mario Puddu è stato querelato dall’ex vice segretaria comunale con l’accusa di demansionamento. In queste ore – scrive l’Ansa - l’esponente grillino è stato formalmente indagato con l’ipotesi di abuso d’ufficio dal sostituto procuratore Giangiacomo Pilia – titolare dell’inchiesta – che ha firmato la delega agli investigatori della Guardia di Finanza per far luce su quanto contenuto nell’esposto presentata dall’ex dirigente del comune Daniela Petricci, assistita dall’avvocato Carlo Amat. I finanzieri già nelle prossime settimane dovrebbero iniziare gli interrogatori dei primi testimoni, mentre non è stata ancora disposta alcuna acquisizione documentale. La donna accusa il primo cittadino di mobbing: comportamenti vessatori sfociati nella rimozione dal suo incarico dopo una campagna denigratoria. Da qui l’ipotesi di demansionamento. Sulla vicenda Puddu si è affrettato a scrive su facebook: "Mario Puddu (sindaco 5 Stelle di Assemini) è indagato! Anzi no. Ora invece sì. Forse. No. Già l'anno scorso ero "indagato per abuso d'ufficio", notizia diffusa urbi et orbi con strali indignati che arrivavano da ogni parte, anche da chi proprio non se lo poteva permettere. Risultato? Nulla, notizia falsa, e a dimostrarlo, al di là delle chiacchiere e dell'inchiostro sprecato, c'è un documento che potete vedere tutti, in ossequio al principio di trasparenza che muove ogni azione del MoVimento 5 Stelle. Ora, di nuovo, sono indagato. Notizia diffusa dalla stampa e rilanciata - addirittura - dal responsabile giustizia del Pd, Walter Verini. Addirittura! Non ci sono problemi nazionali più impellenti, in termini di giustizia, di quelli del sindaco di Assemini che sarebbe indagato. Ebbene, mi dispiace deludere il Pd (e qualunque altro detrattore), ma NON ho ricevuto alcun avviso di garanzia. Di nuovo. Vorrei tranquillizzare i cittadini di Assemini, attivisti e simpatizzanti del M5S; dopo i fatti riportati dagli organi di stampa, domani il mio avvocato, Luigi Sanna, farà richiesta di un ulteriore 335 per verificare se per i fatti indicati ci son comunicazioni in capo alla mia persona". Sempre in Procura a Cagliari, ma assegnato al pubblico ministero Marco Cocco, risulta aperto dallo scorso anno anche un altro procedimento sul Comune di Assemini – questa volta senza indagati – nato dall’esposto di tre consigliere comunali grilline (Rita Piano, Irene Piras e Stefania Frau) che hanno accusato il sindaco Puddu e la Giunta di aver costituito uno staff di consulenti vicini all’amministrazione ma con situazioni di conflitto di interessi. Ricevuto l’esposto il magistrato ha aperto un fascicolo per effettuare gli accertamenti – tuttora in corso – ma senza formulare ipotesi di reato né disporre iscrizioni nel registro degli indagati. Le indagini sarebbero ormai alle fasi conclusive, tanto che nelle prossime settimane il pm potrebbe formulare le imputazioni o chiedere l’archiviazione. Anche il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque è indagato per il reato di diffamazione. L’indagine a seguito di una querela presentata da Gino Di Stefano, candidato a sindaco nelle elezioni amministrative dello scorso anno. La querela nei confronti del sindaco Cinque – scrive Bagheria News - farebbe riferimento ad un video pubblicato su facebook a ridosso del voto amministrativo, in cui venivano pubblicate, in una sorta di ‘collage’, una serie di frasi tratte dal’intervento in consiglio fatto dell’allora consigliere Gino Di Stefano sui gravi fatti che avevano interessato il cimitero della cittadina. Sempre a Bagheria c’è la storia, venuta alla luce dopo un servizio della trasmissione Le Iene, della casa abusiva del sindaco, una palazzina costruita nel parco monumentale di Villa Serra di Falco e di proprietà della famiglia di Patrizio Cinque. Golia dice che la casa è attualmente ancora abusiva e anche che un suo assessore abiterebbe in una casa abusiva. C’è, poi la denuncia per aver ingiuriato un cittadino in consiglio comunale, gridando al termine di un accesso botta e risposta: "Ti strappo il cuore". Il video dello scontro è divenuto virale in poco tempo. A ricevere la minaccia è stato un ex dipendente interinale del consorzio intercomunale Coinres, Carmelo Di Salvo. La replica del sindaco Cinque: "E' stato lui a minacciare me". Alvise Maniero, sindaco di Mira, ha un doppio record: è il più giovane sindaco del M5S e anche il primo sindaco imputato (che però resta inchiodato alla poltrona). Maniero, è ormai sotto processo – scrive Il Foglio - da quasi due anni, rinviato a giudizio per lesioni colpose e inosservanza delle norme antifortunistiche, e nessuno nel partito o alla Casaleggio Associati ha mai parlato di dimissioni, sospensione o espulsione. La storia ha origine da un tragico incidente. La sera del 20 luglio del 2012 un ragazzo si arrampica con due amici sul tetto della piscina comunale, chiusa per lavori di ristrutturazione, e precipita nella vasca vuota dopo aver poggiato un piede sul lucernario che non regge il peso. Il volo di 10 metri provoca al giovane danni gravissimi, ora è tetraplegico e con lesioni cerebrali, e porta la procura ad accusare il sindaco e altri sei imputati di lesioni colpose per non aver valutato i rischi del cantiere e non aver predisposto le misure di sicurezza necessarie a impedirne l’accesso. Il processo è in fase avanzata, ma il sindaco rimane al suo posto. A Livorno, governata dal sindaco ingegnere aerospaziale Filippo Nogarin, non solo bancarotta fraudolenta, ma secondo quanto riporta Il Tirreno che cita fonti investigative, il primo cittadino sarebbe incolpato anche abuso d’ufficio e falso in bilancio, nell’inchiesta sull’azienda dei rifiuti. La bancarotta resta l’unico reato di cui Nogarin è a conoscenza, come lui ribadisce in un post su facebook. Ma ci sono altre due vicende sulle quali la Procura vuole fare luce: in sintesi, la revoca del cda di Aamps (nominato da Nogarin alcuni mesi prima) con modalità ritenute non regolari e l’approvazione del bilancio 2014 dell’azienda avvenuta nel novembre 2015 contro il parere del collegio dei sindaci revisori. “Se mi rinviano a giudizio mi dimetto immediatamente”. È quindi il rinvio a giudizio, e non più l’avviso di garanzia, la condizione necessaria per le dimissioni. Invece a Pomezia tutto è passato silenziosamente. Nessuna levata di scudi, nessuna sospensione invocata o decisa. Nella cittadina romana infatti il sindaco Fabio Fucci è stato prima indagato e poi archiviato senza che Grillo e/o direttorio M5s intervenissero. Lo dice lui stesso chiedendosi “chissà come mai nessuno ne ha parlato prima. Pensate che disastro se mi fossi dimesso per un avviso di garanzia basato su accuse inconsistenti e reati inesistenti!". Marco Fabbri sindaco di Comacchio è stato cacciato per essersi candidato alla provincia. A Quarto la sindaca Rosa Capuozzo è stata espulsa per non aver denunciato le presunte minacce di un consigliere del M5s accusato di voto di scambio. A Gela il sindaco Domenico Messinese è stato cacciato per aver firmato un accordo con l’Eni. Insomma, il Movimento 5 Stelle di Grillo e Casaleggio applica diversi modelli di morale, forse in base ad una scala di fedeltà non-scritta in qualche non-statuto. L’unico, tra i primi sindaci Cinque Stelle eletti, che può ripresentarsi agli elettori col bollino di partito è Roberto Castiglion, sindaco del piccolo comune di Sarego in provincia di Vicenza, a meno che non gli capiti qualcosa in questo ultimo anno di mandato. E ci si ferma ai sindaci. – 9 giugno 2016