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Parigi, nasce la Dodecapoli verde

Dodici città firmano documento contro emissioni di CO2

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Parigi val bene un patto per l’ambiente.

E nella Green League formata da una dozzina di città di tutto il mondo non manca una rappresentante dell’Italia, la Milano dell’Expo delle biodiversità e dell’agricoltura sostenibile.  Ovviamente la partecipazione del capoluogo lombardo non è affatto una questione di meriti che le hanno fruttato la cooptazione: il punto è chiaramente un altro, e cioè che Milano, come le altre grandi realtà urbane coinvolte nell’accordo, è una metropoli che, in quanto tale, deve fare della battaglia per la salvaguardia dell’ambiente un impegno per la sua stessa sopravvivenza.

Qualitas aeris, vita civitatis: il futuro delle città di dimensioni importanti, a vocazione industriale e con un volume di traffico automobilistico sempre arduo da gestire, passa dallo stato di salute di quell’atmosfera che tutte le avvolge e le sovrasta. Da questo punto di vista, com’è facile immaginare, Parigi, Londra, Barcellona, Quito, Vancouver, Città del Messico, Copenaghen, Seattle, Città del Capo, Los Angeles e Auckland si trovano esattamente sulla stessa barca (anzi, sullo stesso transatlantico, visto e considerato che parliamo di una popolazione complessiva di ottanta milioni di persone) su cui naviga, magno cum periculo e parecchi affanni, la patria del panettone e della Pirelli.

Ora, questo plotoncino di città-coraggio che copre quattro continenti su cinque (in pratica manca solo l’Asia) e rappresenta una piccola fetta del consorzio di 91 metropoli riunite nel network C40 (una vera propria piccola Onu delle città del mondo unite negli sforzi per il miglioramento dell’ambiente), ha trovato questo pomeriggio, nell’ambito dell’ultima assemblea dell'associazione, la cui sede è nella capitale francese, un punto fondamentale di convergenza su una prospettiva di estensione delle zone del territorio urbano libere da smog ed emissioni di anidride carbonica.  

Parola d'ordine decarbonizzare. L’obiettivo comune a tutte e dodici  le città contraenti il C40 Fossil-Fuel-Free Streets (così si chiama il patto),  è quello di trasformare, in meno di quindici anni (la scadenza massima è fissata al 2030), una “parte importante” di esse in zone incontaminate o quasi.  Zone, in cui la circolazione di veicoli con motori a scoppio, ma anche diesel, verrà limitata e progressivamente bandita del tutto, così da lasciar spazio agli autobus a zero emissioni (a partire dal 2025). Anne Hidalgo, il primo cittadino di Parigi, capofila dell’accordo, vola anche più in alto: entro la  data stabilita nel documento sogna di non vedere più neanche un'auto a benzina ai piedi della Tour Eiffel. In fondo utopia non significa solo "non-luogo", ma anche "bel luogo": quello che viene reso tale prima di tutto prendendosi cura dell'aria che si respira. 

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