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Terremoto Pd: Bersani se ne va, Renzi e Emiliano restano

Trasformazione e mutamento in casa Pd

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Da oggi il Pd cambierà volto, con un ex segretario e storico protagonista della sinistra di governo come Pierluigi Bersani che annuncia che non rinnoverà la tessera Pd. Gli addii saranno inferiori a quelli che sembravano domenica scorsa: i bersaniani già giovedì formeranno gruppi autonomi sia alla Camera sia al Senato, ma Michele Emiliano resta.
Una scelta maturata tra lunedì e martedì, addolorata dalla rottura con Roberto Speranza ed Enrico Rossi, "persone perbene, di grande spessore umano che sono state offese e bastonate dal cocciuto rifiuto ad ogni mediazione".  Si propone di "dare battaglia come il Che" al fortino renziano.

La scelta, però, gli attira le dure critiche di Bersani e D'Alema, "farà i conti con la sua coerenza", e Enrico Rossi, "ognuno ha il suo modo di comportarsi".
L'iniziativa degli scissionisti, assieme a D'Alema e Bersani, è la volontà di ricostruire una 'cosa rossa', la cui leadership, dice Bersani a Cartabianca, "non può essere nè di D'Alema nè di Bersani. Noi ci saremo", ma "in questo momento i leader naturali sono Enrico Rossi e Roberto Speranza".

Nell'altro campo, quello del Pd, anche se non ha ancora tratto il dado, Andrea Orlando chiarisce "Non mi candido a guidare l'opposizione del Pd se mi candido è per guidare il partito".
Una sfida che, anche senza la sinistra interna, si annuncia senza sconti e che Matteo Renzi affronterà con l'obiettivo di riaffezionare militanti e iscritti dopo lo choc della rottura. "Gli addii addolorano ma non possiamo bloccare oltre la discussione nel Pd e nel paese.”

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