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Tornerà a casa il ragazzo russo in comunità psichiatrica

Era trattenuto in comunità contro la sua volontà da più di un anno

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San Donato Milanese. Ieri i Servizi Sociali comunali e una rappresentante della UONPIA hanno comunicato alla famiglia la decisione di procedere alle dimissioni del ragazzo dalla comunità con un aumento graduale e significativo dei rientri a casa in vista del suo ritorno a casa che dovrà essere confermato dal giudice il 26 maggio 2017.
La storia di questo ragazzo era stata denunciata dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU onlus). Il comitato aveva riferito di un ragazzo di origini russe adottato in Italia, trattenuto contro la sua volontà in una comunità psichiatrica per minori, e obbligato ad assumere psicofarmaci. La notizia era uscita sulla stampa locale e nazionale, e persino su una televisione russa.
Inizialmente i Servizi Sociali e la UONPIA si erano ritirati e avevano cessato i contatti con la famiglia, apparentemente abbandonandola al suo destino. La famiglia non è rimasta inattiva e con l’aiuto del comitato si era rivolta alla società civile e alla cittadinanza: una sottoscrizione a favore della famiglia ha raccolto più di 1000 sottoscrizioni, ed è arrivata anche la risposta del Consolato russo che ha incontrato la famiglia.
«Siamo molto contenti della decisione di dimettere nostro figlio.» Hanno affermato i genitori del ragazzo. «Si è constatato che il progetto è proseguito in modo positivo, che i rientri a casa vanno bene, e che il ragazzo frequenta la scuola con risultati positivi in maniera autonoma. La cosa che ci ha fatto più piacere è che siamo stati rivalutati come famiglia. Ci hanno riferito che dopo le dimissioni potremo occuparci di lui anche in autonomia essendo dei genitori che hanno dimostrato buone capacità!»
Anche l’avvocato della famiglia, Francesco Miraglia, è molto soddisfatto della decisione di andare verso le dimissioni del ragazzo:
«Oltre ad essere soddisfatto per il risultato, tengo a sottolineare come, senza generalizzare, questa sia l’ennesima dimostrazione che i nostri servizi sociali se funzionano, funzionano male.
Per anni i genitori si sono confrontati con i servizi sociali referenti, per anni sono stati considerati genitori poco attenti all’esigenza del figlio. Oggi, dopo che il loro operato è stato contestato dalla comunità e dall’opinione pubblica, di colpo lo stesso servizio ha deciso che non esiste più alcun problema affinché il ragazzo torni nella sua famiglia. Allora mi chiedo è stato sbagliato prima o si sbaglia adesso?
Ancora più incredibile è che il servizio sociale dopo aver gestito per anni la vita dei miei assistiti e del figlio chiuda la vicenda come se nulla fosse successo.»
Davide Colonnello, Responsabile del gruppo di Milano del CCDU ha dichiarato:
«Siamo lieti che la vicenda di questo ragazzo si stia avviando verso una conclusione positiva. Ringraziamo il Tribunale per essersi attivato con sollecitudine. Ora chiederemo un appuntamento con il Sindaco o l’Assessore per consegnare le petizioni sottoscritte dai cittadini. La necessità di una riforma della tutela minorile è sotto gli occhi di tutti. Ci auguriamo che questo nuovo approccio sia il segnale della volontà di riformare il sistema ed eliminare qualsiasi criticità, in particolare riteniamo che certi protocolli psichiatrici invasivi nei confronti dei minori debbano essere aboliti. Desideriamo anche incontrare il Console russo, per ringraziarlo personalmente del suo intervento.»

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

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