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Volano i prezzi per i pendolari, ma la colpa è dell’algoritmo

Una class-action potrebbe chiedere il rimborso dal 2007 a oggi, mentre Trenitalia prova a metterci una pezza

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La colpa, dicono ora da Trenitalia, sarebbe di un algoritmo che anziché rendere allineate le tariffe, le disallinea con il risultato che i viaggiatori delle tratte sovraregionali con questo sistema pagavano molto più del dovuto sul loro abbonamento mensile. La nuova beffa per i pendolari costretti tutti i giorni a servirsi del treno per raggiungere i luoghi di lavoro questa volta ha il sapore amaro dell’informatica applicata ai prezzi delle tratte che grazie proprio a questa procedura abbastanza banale, entrata nell’utilizzo e nel linguaggio di tutti i giorni, si vedevano aumentare le tariffe tra il 15 e il 33 per cento in più rispetto a quelle dovute.

In sostanza l’algoritmo sballato invece di abbattere i costi all’aumentare della distanza percorsa li faceva crescere. Con il risultato, ad esempio, che un abbonato mensile in seconda classe sulla Torino-Milano sborsava 33 euro in più rispetto al dovuto, che poi salivano a 36 euro se invece si muoveva sulla Ancona-Pescara e raggiungevano i 38 euro per i pendolari della Milano-Genova. La storia andrebbe avanti dal 2007 e più volte le associazioni dei consumatori l’hanno fatta presente: adesso anche Trenitalia, attraverso una nota ufficiale, ha riconosciuto la fondatezza delle denunce rimandando però la palla alla politica attraverso la Commissione Trasporti della Conferenza delle Regioni a cui chiede “di individuare una nuova formulazione del calcolo, che venga incontro alle istanze portate avanti da Assoutenti ma nel contempo preservi l'equilibrio economico dei Contratti di servizio”. Che tradotto più o meno significa che o viaggiatori hanno tutte le ragioni per pagare di meno, ma la riduzione dell'introito da tariffazione che Trenitalia subirebbe dovrà essere coperto dall'altro soggetto in ballo: appunto la Conferenza delle Regioni presieduta dal governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino.

In più sarebbe già pronta a partire una class-action in cui verrebbe chiesto il totale rimborso di quanto ingiustamente pagato dagli oltre 70 mila abbonati appunto dal 2007 a oggi: da quando cioè, nel calcolare l'importo delle tariffe "sovraregionali", è stato applicato (non dolosamente ma per puro errore) il famigerato algoritmo che non ha mai considerato con esattezza la progressione dell'abbattimento tariffario inversamente proporzionale ai chilometri percorsi. Trenitalia intanto prova a metterci una pezza annunciando che i nuovi abbonamenti AV di marzo saranno acquistabili dal 14 febbraio con una riduzione sul prezzo stabilito con una decisione retroattiva che consentirà anche il rimborso di febbraio.

Dal 9 febbraio poi, con l’inserimento dei nuovi importi, sarà anche possibile chiedere il rimborso che avverrà entro 30 giorni o subito per chi ha acquistato il biglietto con carta di credito. “Il problema più importante – spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi - è sistemare il futuro, ma c'è anche un problema che riguarda il passato: per questo stiamo raccogliendo le adesioni e presenteremo le carte perché chi ha pagato di più venga rimborsato. La platea potenziale è di 70 mila persone, ma è difficile che tutti abbiano conservato le carte: la cosa migliore sarebbe un gesto simbolico, un rimborso forfettario".

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