E’ un squadra particolare quella che oggi alle 14,30 giocherà la sua prima partita in casa, sono infatti i giocatori della della Koa Bosco di Rosarno contro la Athenogenese di Vibo Valentia.
La Koa Bosco è formata da molti di quegli immigrati che nel 2010 furono i protagonisti della rivolta di Rosarno.
Un calcio al razzismo hanno scritto molti giornali a ragione. Si tratta infatti di una piccola squadra di calcio di terza categoria con un grande compito: debellare il morbo del razzismo nel mondo dello sport e nei grandi stadi italiani, dove invece si dovrebbe dare il buon esempio. Gli atleti della Koa Bosco, allenati dal teologo Domenico Mammoliti, sono ragazzi africani con storie difficili alle spalle e alcuni vantano anche notevoli trascorsi calcistici rappresentando quindi un avversario temibile.
Interrogata sulla squadra la sindaca Elisabetta Tripodi ha risposto “Sono i ragazzi africani che vivono nella tendopoli di San Ferdinando e che giocheranno le partite casalinghe sul campo di Rosarno. L'idea è' del parroco don Roberto Meduri della frazione Bosco del nostro comune, che ha fatto tanto per risolvere i problemi burocratici di questi ragazzi. Noi insieme ad altri sosteniamo questa iniziativa perché riteniamo che sia una bella risposta al razzismo imperante negli stadi italiani.” Che vinca il migliore!