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Nassiriya, maresciallo superstite: Abbandonati dallo Stato

Lo sfogo del sottufficiale Riccardo Saccotelli che ha rifiutato la medaglia d'oro

redazione
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''Lo Stato non ha fatto nulla per noi. Oggi capisco chi diceva 10,100,1000 Nassiriya''. E' lo sfogo, ai microfoni di ''A Ciascuno Il Suo'' di Radio 24, di Riccardo Saccotelli, maresciallo dei carabinieri in congedo, sopravvissuto alla strage di 10 anni fa alla base italiana in Iraq. Ha riportato ferite e per questo ora e' in congedo. Lui non ha voluto la medaglia d'ordo, perche' ''e' un'offesa alla mia dignita'. Quella medaglia non vale niente, perche' lo Stato si e' comportato in modo ambiguo. I tre generali indagati (e poi assolti, ndr) hanno ricevuto la piu' alta
onorificenza, l'ordine militare e il Cavalierato della Repubblica, a processo ancora in corso. E hanno ricevuto le onorificenze per eventi bellici, anche se nei processi i reati erano stati derubricati a tempo di pace''.
   Saccotelli racconta che ''prima dell'attentato a maggio 2003 doveva andare in avanzamento. Invece non ci sono mai andato, mentre gli indagati si'. Oggi capisco chi diceva 10,100, 1000 Nassiriya. Inizialmente mi rattristavo, ora li capisco, perche' lo Stato mi ha abbandonato, nessun premier ha mai voluto incontrare i feriti''.    Quanto alla sicurezza della base, al centro del processo, Saccotelli ricorda con Radio2 4 che ''la sera prima dell'attentato, una delle vittime aveva previsto che i prossimi saremmo stati noi. Noi - dice - eravamo li' a difendere i nostri politici. E mi fa ridere che si dica che non si possano dare medaglie perche' non era in tempo di guerra''.

 

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