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Lotta agli evasori del bollo auto: dopo la Toscana tocca al Piemonte

Sono 880mila i bolli non pagati negli ultimi cinque anni in Piemonte

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Arrivate 330 mila ingiunzioni di pagamento in  Piemonte il prossimo anno per un valore complessivo di circa 200 milioni di euro.  Gli evasori del bollo auto sono in percentuale circa  l’8-9% dei proprietari non paga la tassa di circolazione: circa 400 mila persone.

Complessivamente, nel 2015 piazza Castello è riuscita a recuperare 105 milioni tra Irpef, Irap e, appunto, bolli auto. Quest’anno, come detto siamo a un totale di 90 milioni («Contiamo a fine anno di arrivare vicino ai 105 dell’anno passato»): 59 di Irap e Irpef e i rimanenti 31 dal bollo evaso. Dal primo gennaio avverrà però, il salto di qualità, perchè Soris ha il potere di recuperare coattivamente il non pagato: «Avvisi bonari e rateizzazioni - spiega Reschigna - continueranno a essere gestite dai nostri uffici. Poi, il destino di chi insiste a non pagare sarà affidato agli uffici di corso Racconigi». Non solo, nella lotta all’evasione verranno coinvolti anche i Comuni piemontesi: «Nell’assestamento di bilancio che verrà approvato la prossima settimana è stata inserita la norma che sollecita la partecipazione dei Comuni al recupero dell’evasione delle imposte regionali attraverso lo strumento della “segnalazione qualificata” - spiega Reschigna - il 20% di quanto verrà fatto incassare alla Regione rimarrà nelle casse del comune segnalatore». 

Un’alleanza da tempo operativa, e con successo, a Torino ma anche a Orbassano e Settimo. «Il Piemonte è la seconda Regione, dopo la Toscana, a utilizzare questo meccanismo» spiega Reschigna. Il quale ribadisce la volontà della Regione di non premere sulla leva fiscale. Ma è una volontà legata alle trattative in corso con il governo per risolvere il problema del miliardo e mezzo di crediti passivi che la Regione ha nei confronti delle Asl, e di quella per ottenere un prestito di 419 milioni (fanno parte del miliardo e mezzo) da restituire in 30 anni - ne parliamo a parte - a un tasso che si presume bassissimo che comporterebbe 18-19 milioni di interessi da pagare e che, però, verrebbero recuperati con l’Irap. Reschigna: «Siamo solo alla teoria e tutto dipende da ciò che otterremo da Roma». 

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