Una mostra d'arte esplosiva e caleidoscopica celebra l’onda coreana che ha travolto il mondo intero: “Hallyu! The Korean Wave” è arrivata al Museo Rietberg di Zurigo, dove sarà visitabile fino al 17 agosto 2025. Curata da Khanh Trinh, l'esposizione promette di essere uno degli eventi culturali più affascinanti dell'anno in Europa. Il termine “Hallyu”, che in coreano significa “onda coreana”, indica la travolgente diffusione globale della cultura pop sudcoreana, un fenomeno iniziato alla fine degli anni ’90 con la musica K-pop e i drammi televisivi, e che ha rapidamente conquistato cinema, moda, arte e media digitali. Oggi, il successo planetario di artisti come BTS e BLACKPINK, la vittoria di “Parasite” agli Oscar, e il boom delle serie coreane su Netflix sono solo la punta di un iceberg culturale vastissimo. Dopo aver conquistato il Victoria and Albert Museum di Londra, il Museum of Fine Arts di Boston e l’Asian Art Museum di San Francisco, la mostra fa ora tappa al Museo Rietberg, unica sede europea a ospitare l’esposizione, concepita originariamente dal V&A di Londra. Un riconoscimento di grande prestigio per l’istituzione zurighese, nota per la sua collezione di arte asiatica. “Hallyu! The Korean Wave” presenta oltre duecento oggetti che raccontano la nascita, l’evoluzione e l’impatto globale della cultura pop sudcoreana. L’allestimento è dinamico e coinvolgente, pensato per stimolare tutti i sensi del visitatore. Tra i punti salienti, una sala dedicata a Nam June Paik, padre fondatore della video arte, la cui opera visionaria è considerata un precursore della cultura digitale contemporanea. Una ricostruzione del set di “Parasite”, il capolavoro di Bong Joon-ho vincitore di quattro premi Oscar, che ha segnato una pietra miliare per il cinema non anglofono. La Google Art Dance Room, dove il pubblico può imparare e ballare le coreografie del K-pop grazie a proiezioni interattive con celebri coreografi. Abiti iconici e rivisitazioni moderne dell’hanbok, l’abito tradizionale coreano, oggi reinterpretato con creatività dalle pop star e dai designer emergenti. Sezioni dedicate al beauty coreano (K-beauty) e alla moda made in Korea, diventate tendenze globali grazie a uno stile distintivo che unisce tradizione e innovazione.Oltre l’apparenza scintillante, la mostra invita a riflettere su come la Corea del Sud sia riuscita, in pochi decenni, a trasformarsi da paese devastato dalla guerra a potenza culturale globale. Attraverso una sapiente strategia di “soft power”, Seul ha esportato non solo intrattenimento ma anche modelli estetici, valori, identità. Non manca, infatti, un’analisi più profonda del rapporto tra modernità e tradizione, tra capitalismo globale e identità nazionale. L’Hallyu, sebbene fortemente connessa al consumo di massa, resta intrinsecamente legata a una cultura millenaria che affiora anche nei dettagli più pop: nei videoclip che reinterpretano miti antichi, nei tessuti degli abiti ispirati alla pittura tradizionale, o nel modo in cui la tecnologia si fonde con la spiritualità. Con la sua capacità di mescolare arte, intrattenimento, tecnologia e riflessione culturale, “Hallyu! The Korean Wave” si propone come molto più di una mostra d'arte, è un’esperienza sensoriale, sociale e intellettuale, adatta a tutti, dai fan del K-pop agli appassionati d’arte contemporanea, fino agli studiosi di culture globali.
Il Museo Rietberg, con la direzione curatoriale di Khanh Trinh, offre una piattaforma espositiva che valorizza l’impatto transnazionale di questo fenomeno, ponendosi ancora una volta come ponte tra Oriente e Occidente. Un’occasione unica per comprendere come la Corea del Sud abbia riscritto le regole dell’influenza culturale nel XXI secolo. Nota critica del Prof. Mario Carchini, docente dell'Accademia Statale di Belle Arti di Carrara.