Quanto l’espressione Made in Italy abbia una sua identità storica ben definita lo racconta la mostra d'arte e design “Made In Italy. Destinazione America 1945-1954”, allestita fino al 29 giugno 2025 presso la Fondazione Ragghianti, negli spazi suggestivi del complesso monumentale di San Micheletto a Lucca. Curata da Paola Cordera e Davide Turrini, la rassegna si avvale di un comitato scientifico, che ha contribuito con approfonditi saggi raccolti nel catalogo; tra gli autori, Dr. Paolo Bolpagni, direttore della fondazione presieduta da Alberto Fontana, che sottolinea lo spirito pionieristico del progetto: "scopo della mostra è porre in rilievo il ruolo veramente pionieristico svolto da Ragghianti, in un’Italia ancora distrutta dalla guerra, nel far dialogare arti maggiori e arti cosiddette, a lungo, “minori”. Il cuore del racconto ruota attorno alla prima grande mostra di artigianato artistico italiano negli Stati Uniti, inaugurata il 2 dicembre 1947 alla House of Italian Handicrafts, promossa dalla Cadma (Commissione Assistenza Distribuzione Materiali Artigianato), presieduta dallo stesso Carlo Ludovico Ragghianti. Un’esposizione che segnò l’inizio di una stagione straordinaria: tra il 1945 e il 1954, l’artigianato italiano fece il giro d’America con mostre itineranti come Italy at Work (1950-1953) e partecipazioni in grandi magazzini iconici come Macy’s e Kauffmann.
Il percorso espositivo, frutto di due anni di ricerche e restauri, presenta pezzi leggendari: tra questi, uno dei due esemplari superstiti del tavolo Vertebra di Carlo Mollino, oggi dal valore stimato altissimo; accanto a oggetti d’avanguardia, convivono simboli di un’Italia contadina e artigianale, come le bambole in costume e i carretti siciliani. In pochi anni, grazie alla creatività italiana e alla potenza del marketing americano, si passò dalla tradizione alla modernità, gettando le basi di quell’immaginario collettivo legato al marchio “Made in Italy”, la mostra, allestita da Uliva Velo, presenta una straordinaria varietà di opere: dai vetri Venini alle ceramiche di Gio Ponti, dai mosaici di Gino Severini ai lavori di Lucio Fontana e Fausto Melotti. Non mancano esempi di design industriale, come le macchine da scrivere Lexicon 80 di Nizzoli e Beccio e la Lettera 22 Olivetti, o le calzature di Salvatore Ferragamo. In mostra anche le sperimentazioni di Capogrossi, che applicò il suo linguaggio segnico a oggetti d’uso quotidiano come mattonelle e foulard. Non si tratta solo di una celebrazione estetica, l' esposizione evidenzia anche il profondo dialogo culturale tra Italia e Stati Uniti, favorito anche dalla presenza di intellettuali come Bruno Zevi e Max Ascoli, vicino a Ragghianti per visione e sensibilità artistica.
Promossa con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, il supporto di Toscana Aeroporti e il patrocinio di numerose istituzioni italiane e americane, la mostra d'arte e design è un’occasione imperdibile per riflettere sulle radici di un’identità culturale ed economica che ancora oggi rappresenta l’eccellenza italiana nel mondo. Nota critica del Prof. Mario Carchini, docente dell'Accademia Statale di Belle Arti di Carrara.

