Pontremoli, 1 febbraio 2025 – L’arte si mette in viaggio, portando con sé bellezza, speranza e conoscenza. Con questo spirito, il Comune di Pontremoli, in collaborazione con Banco BPM, inaugura oggi la mostra d'arte MAGNIFICAT, un’esposizione che, nell’anno del Giubileo, porta in Lunigiana tre capolavori mariani provenienti dalle collezioni della banca. Dal 1° febbraio al 30 aprile 2025, la Sala dei Sindaci ospiterà tre opere che rappresentano al meglio la ricchezza del Rinascimento italiano, ponendo in dialogo la scuola fiorentina e quella lombarda: "Madonna e San Giuseppe in adorazione di Gesù Bambino", attribuita alla bottega di Domenico Ghirlandaio (Firenze, 1449 – 1494), tempera su tavola, fine XV secolo; "Madonna col Bambino" di Martino Piazza (Lodi, 1475 – 1520), tempera su tavola, circa 1515; "Madonna col Bambino" di Marco d’Oggiono (Oggiono, 1475 – Milano, 1530), olio su tavola, 1520.
Un allestimento che non solo celebra l’arte sacra, ma propone anche un affascinante confronto tra due anime del Rinascimento: quella fiorentina, caratterizzata da equilibrio compositivo e attenzione al disegno e quella lombarda, più incline alla sperimentazione luministica e agli effetti atmosferici, sotto l’influenza di Leonardo da Vinci. Il Rinascimento fiorentino, con protagonisti come Domenico Ghirlandaio, si distingue per l’uso della prospettiva lineare, la chiarezza compositiva e la rappresentazione naturalistica delle figure. Ghirlandaio, maestro di Michelangelo, fu un innovatore nell’arte del ritratto e nella resa degli ambienti, arricchiti da dettagli realistici e preziosi. La sua bottega rappresentava un centro nevralgico per la formazione artistica, tramandando uno stile improntato alla solidità del disegno e alla vivacità cromatica. Dall’altra parte, il Rinascimento lombardo, incarnato da artisti come Marco d’Oggiono e Martino Piazza, si sviluppa con un approccio più sperimentale, influenzato dall’eredità di Leonardo. La pittura lombarda si distingue per la tecnica dello sfumato, i giochi di luce e ombra e un’attenzione particolare al chiaroscuro, che dona alle composizioni un’atmosfera più intima e suggestiva.
Marco d’Oggiono, allievo diretto di Leonardo, riprese molte delle caratteristiche del suo maestro, soprattutto nella morbidezza dei volti e nell’uso di sfumature delicate che conferiscono un’aura di spiritualità alle figure sacre. Martino Piazza si colloca invece in una tradizione lodigiana che recepisce gli stimoli leonardeschi ma li rielabora in una chiave più decorativa e intensa. Il progetto Magnificat nasce dalla volontà di portare l’arte fuori dai grandi musei, rendendola accessibile alle comunità locali. La formula si ispira all’iniziativa Uffizi Diffusi, avviata negli anni scorsi e l'attuale amministrazione, guidata dal sindaco Jacopo Ferri, ha dato continuità all’iniziativa coinvolgendo il Banco BPM. Alla cerimonia inaugurale, svoltasi nella Sala dei Sindaci in piazza della Repubblica a Pontremoli, hanno partecipato rappresentanti delle Istituzioni, del mondo della Scuola, delle Associazioni Culturali e delle Forze dell’Ordine. Il sindaco Jacopo Ferri ha espresso soddisfazione per questa seconda edizione di Magnificat: "Siamo entusiasti di poter offrire ai cittadini e ai visitatori tre nuove opere dopo il successo della prima edizione. Grazie a Banco BPM per aver reso possibile questa straordinaria operazione culturale, che ci permette di iniziare l’anno all’insegna dell’arte e del valore della bellezza".
L’iniziativa si inserisce in un più ampio programma di valorizzazione del territorio, che punta a fare di Pontremoli un punto di riferimento per la cultura e il turismo artistico. Questa mostra d'arte rappresenta un’occasione unica per i cittadini e i visitatori di Pontremoli, offrendo un’esperienza culturale di alto livello. Il dialogo tra Rinascimento fiorentino e lombardo permette di comprendere meglio le diverse declinazioni dell’arte tra Quattrocento e Cinquecento, attraverso opere che tornano a vivere fuori dai caveau e dalle collezioni private. Un viaggio nella storia dell’arte, in un territorio che dimostra ancora una volta la sua vocazione culturale e il desiderio di valorizzare il proprio patrimonio storico e artistico. Nota descrittiva del Prof. Mario Carchini, docente dell' Accademia Statale di Belle Arti di Carrara.

