Il CAMeC, Centro d’Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia, ha riaperto le porte al pubblico dopo un importante restyling che ha interessato sia gli spazi che la concezione culturale e scientifica del museo. Grazie alla sinergia tra il Comune di La Spezia e la Fondazione Carispezia, il CAMeC si propone oggi come un luogo inclusivo e dinamico, dove arte e divertimento si incontrano per offrire un’esperienza unica. Il cuore del rinnovamento è il riallestimento della Collezione permanente, curato dal professor Gerhard Wolf, direttore del Kunsthistorisches Institut di Firenze. Il nuovo percorso espositivo, che include oltre 200 opere, abbraccia un arco temporale dalla seconda metà del XX secolo ai giorni nostri. L’allestimento rompe con le tradizionali categorie storico-artistiche, favorendo invece libere combinazioni di opere di grandi maestri italiani e internazionali, tra cui Lucio Fontana, Marina Abramović e Gordon Matta-Clark. Tra i temi esplorati spiccano corpo e performance, ecologia, architettura, Pop Art e Arte Narrativa, accompagnati da nuclei tematici come la Collezione Battolini e l’omaggio alla storia artistica locale, rappresentata dalla galleria Il Gabbiano e dalla donazione di Giorgio Cozzani e Ilda Goretti. Un’area speciale è dedicata al Premio del Golfo, che celebra i maggiori artisti italiani premiati dal 1949, come Carla Accardi ed Emilio Vedova. Il restyling ha anche coinvolto gli spazi fisici: corridoi trasformati in gallerie sperimentali, finestre riaperte per far entrare la luce naturale e una fedele ricostruzione della casa Cozzani; inoltre, il museo integra approfondimenti digitali disponibili nel rinnovato sito web. Oltre alla Collezione permanente, il CAMeC guarda al futuro con una programmazione culturale ricca di mostre temporanee curate da esperti internazionali. Con la sua offerta ampliata e una rinnovata identità , il CAMeC si afferma come un punto di riferimento per l’arte moderna e contemporanea, confermandosi uno spazio per tutti, dove il dialogo con l’arte diventa un’esperienza accessibile e coinvolgente. Nota critica del Prof. Mario Carchini, docente dell'Accademia Statale di Belle Arti di Carrara.

