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Lucio Fontana, il pioniere dello spazialismo e dell'arte contemporanea

Partecipazione del Prof. Mario Carchini, il 5 e 6 dicembre 2024 tramite YouTube, al convegno sull'artista Lucio Fontana, presso la Fondazione Giorgio Cini, Venezia

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Lucio Fontana (1899–1968) è uno dei protagonisti più innovativi e visionari dell'arte del XX secolo. Nato a Rosario di Santa Fé, in Argentina, da genitori italiani, Fontana ha costruito una carriera che lo ha portato a rivoluzionare il linguaggio artistico tradizionale. Fondatore dello Spazialismo, Fontana ha trasformato la pittura e la scultura tradizionali integrando lo spazio come elemento centrale delle sue opere. Questo articolo approfondisce la sua vita, la sua carriera e il profondo impatto che ha avuto sull'arte contemporanea. Lucio Fontana trascorse l'infanzia diviso tra Argentina e Italia, un'esperienza che influenzò profondamente la sua visione artistica e culturale. In Italia, si formò come scultore presso l'Accademia di Brera a Milano, dove affinò la sua tecnica sotto la guida di maestri tradizionali. Le sue prime opere rispecchiano questa formazione accademica, con sculture che rispettano i canoni della figurazione classica. Tuttavia, fin dagli inizi della sua carriera, Fontana mostrò un interesse per l'innovazione e l'esplorazione di nuovi linguaggi visivi.
Negli anni '30, Fontana iniziò a spostarsi verso una forma di espressione più astratta e concettuale. Il suo trasferimento definitivo in Italia fu cruciale per l'evoluzione del suo stile. Nel 1946, a Buenos Aires, scrisse il "Manifesto Blanco", un testo fondamentale per il suo pensiero artistico. Nel manifesto, Fontana introdusse i principi dello Spazialismo, un movimento che mirava a superare i confini tradizionali dell'arte bidimensionale e tridimensionale, includendo il tempo e lo spazio come componenti attive dell'opera. Il manifesto dichiarava: "l"arte non è eterna. Non esiste arte senza evoluzione. È il tempo che determina le grandi scoperte. L'arte, come ogni altro fenomeno umano, si trova in una situazione di continua trasformazione."
Lucio Fontana raggiunse il culmine della sua fama negli anni '50 con la serie dei "Concetti Spaziali", opere caratterizzate da perforazioni e tagli su tele monocrome. Questi lavori, noti come "Attese", sono oggi considerati iconici. I fori e i tagli rappresentano molto più di un gesto pittorico: sono un'apertura letterale e simbolica verso nuove dimensioni. Fontana spiegò che i tagli erano un modo per "aprire lo spazio" e creare una nuova relazione tra l'opera d'arte e lo spettatore. L'opera non era più confinata alla superficie della tela, ma diventava parte di un dialogo con l'ambiente circostante. L'uso del vuoto, così come delle superfici lisce e uniformi, anticipò molte delle estetiche del Minimalismo e del Concettualismo, movimenti che avrebbero dominato la scena artistica decenni dopo. Lucio Fontana fu anche un pioniere nell'uso della luce come elemento artistico. Negli anni '50 e '60, creò installazioni luminose utilizzando tubi al neon e altri materiali tecnologici. La celebre installazione "Luce Spaziale" del 1951, presentata alla IX Triennale di Milano, dimostrò la sua capacità di integrare l'arte con l'architettura e l'innovazione tecnologica. Queste opere non solo ridefinirono i confini dell'arte, ma ispirarono generazioni successive di artisti, tra cui quelli coinvolti nell'Arte Povera e nell'arte concettuale.
Lo Spazialismo: una rivoluzione teorica e pratica
Lo Spazialismo non era solo una teoria artistica, ma una pratica rivoluzionaria. Lucio Fontana postulava che l'arte dovesse incorporare elementi dinamici come il movimento, la luce e il tempo, rendendo ogni opera un evento unico e irripetibile. Queste idee riflettevano un'epoca in cui la scienza e la tecnologia stavano cambiando il modo in cui l'umanità percepiva il mondo. Il movimento Spazialista si distinse per la sua apertura all'uso di nuovi materiali e per la sua visione futuristica dell'arte. Fontana lavorò con materiali non convenzionali, come il metallo e il vetro, e creò opere che sfidavano le categorie tradizionali.
Lucio Fontana morì alla fine degli anni 60, ma il suo impatto sull'arte contemporanea è rimasto indelebile. Le sue opere sono oggi presenti nei più importanti musei del mondo, tra cui il MoMA di New York, la Tate Modern di Londra e il Museo del Novecento di Milano. I suoi lavori continuano a essere oggetto di mostre, studi e reinterpretazioni, confermando la sua posizione come uno degli artisti più influenti del XX secolo.
Lucio Fontana non voleva semplicemente creare quadri o sculture: il suo obiettivo era aprire nuove dimensioni e modi di pensare. Una delle sue frasi più celebri sintetizza perfettamente la sua visione:
"Io non voglio fare un quadro, voglio aprire uno spazio, creare una nuova dimensione."
Questa ricerca di nuovi orizzonti ha reso Fontana un innovatore senza pari, un artista capace di spingere i confini dell'arte verso l'infinito. Grazie al suo lavoro, lo spazio e il tempo sono diventati parte integrante del linguaggio artistico, aprendo la strada a infinite possibilità di esplorazione creativa. Nota critica del Prof. Mario Carchini docente dell' Accademia Statale di Belle Arti di Carrara (MS)

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