La Collezione Peggy Guggenheim rende omaggio a una figura cardine dell’arte contemporanea italiana e internazionale con la mostra "Marina Apollonio. Oltre il cerchio". Curata da Marianna Gelussi, questa retrospettiva ripercorre sessant’anni di carriera dell’artista triestina, riunendo un centinaio di opere provenienti dallo studio dell’artista e da prestigiose collezioni internazionali. È un evento significativo per la scena culturale italiana, poiché si tratta della prima personale mai dedicata a Marina Apollonio nel Paese.
Il percorso espositivo, allestito nelle sale della Collezione Peggy Guggenheim, spazia dalla pittura alla scultura, dalle installazioni ambientali a opere in bianco e nero e studi cromatici. Apollonio si è distinta per il rigore della sua ricerca, con lavori che esplorano il movimento e l’illusione ottica attraverso forme geometriche e colori che sfidano la percezione visiva dello spettatore. Dai suoi primi lavori nel 1963 alle sperimentazioni più recenti, l’artista invita a esplorare uno spazio in continuo divenire, dove il cerchio, forma archetipica, diventa una porta verso l’infinito.
Tra le opere più significative esposte c’è Rilievo 505, una commissione di Peggy Guggenheim nel 1968; quest’opera, ancora oggi parte della collezione permanente del museo, testimonia il supporto di Guggenheim alle avanguardie italiane, un sostegno che ha contribuito a proiettare giovani artisti sulla scena internazionale. La mostra si inserisce così nella tradizione della Collezione Peggy Guggenheim, che negli anni ha celebrato artisti italiani come Edmondo Bacci e Tancredi Parmeggiani, dimostrando una sensibilità unica per i protagonisti del secondo dopoguerra. L’esposizione non è solo un riconoscimento per Marina Apollonio, ma anche un’occasione per riscoprire il ruolo pionieristico di Peggy Guggenheim come mecenate. Il suo intuito nel sostenere artisti innovativi, inclusi molti italiani, ha dato un impulso fondamentale all’arte contemporanea. Questo tributo a Marina Apollonio rappresenta un dialogo profondo tra due donne che, pur in contesti diversi, hanno contribuito con la loro visione a rivoluzionare l’arte del Novecento. La mostra d'arte rappresenta un invito a lasciarsi sorprendere dalla potenza del movimento e dell’illusione visiva, in un omaggio al genio creativo di Marina Apollonio e alla sua continua sfida ai confini della percezione. Nota critica del Prof. Mario Carchini dell' Accademia Statale di Belle Arti di Carrara (MS)

