Mariano Domenici dall'Arte del Legno all' Arte Cinetica.
Mariano Domenici, nato nel 1941 a Capezzano Pianore, vive e lavora in un contesto unico, tra le spiagge della Versilia e le colline di Camaiore, in provincia di Lucca. Qui, durante gli studi umanistici, frequenta i ritrovi degli artisti e ha l'opportunità di conoscere importanti pittori lucchesi come Antonio Possenti e Alberto Spada Ricci. Professionista ebanista e intagliatore, Domenici per anni si dedica al restauro di mobili antichi, mantenendo viva una rete di amicizie con vari artisti versiliesi. La sua carriera artistica inizia a prendere forma nel 1986, quando espone per la prima volta in una collettiva a Palazzo Paolina di Viareggio. Da quel momento, il suo percorso espositivo diventa sempre più ricco, culminando nel 2002 con la sua prima mostra personale alla Villa Borbone di Capezzano, seguita da un'altra a Viareggio. Le sue opere, sebbene realizzate in legno, non si limitano alla tradizionale definizione di sculture o quadri. Domenici è definito "l’artista del legno" per il modo innovativo in cui manipola la materia, creando opere che superano le due dimensioni grazie all’intarsio e alla sovrapposizione di architetture lignee. Questa tecnica consente di generare ombre e linee di fuga, trasformando ogni pezzo in un’esperienza visiva complessa. Nel corso degli anni, le sue creazioni evolvono da statiche a dinamiche, introducendo movimenti che offrono una nuova dimensione espressiva infatti, alcune si aprono per rivelare il lato nascosto, mentre altre si animano, creando pathos e coinvolgendo emotivamente lo spettatore. Particolarmente affascinanti sono le opere illuminate da decine di LED multicolore, che donano una luminosità propria, e alcune addirittura integrano colonne sonore, offrendo un'esperienza multisensoriale completa. Questo percorso evolutivo, avviato ben prima degli anni Ottanta, continua a esplorare come suscitare curiosità e attenzione nel pubblico, sempre più distratto dalla frenesia contemporanea. Domenici sostiene che per attrarre l'osservatore odierno, spesso poco propenso alla contemplazione, sia necessario stimolare emozioni forti. Il suo lavoro è quindi un invito a immergersi in un dialogo profondo con l’arte, una ricerca che non smette mai di evolversi. Note critiche e fotografie del prof. Mario Carchini, docente dell'Accademia Statale di Belle Arti di Carrara (MS)

