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Un Dante più umano che mai al teatro Brancaccio di Roma

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Dante rappresentato superbamente nel musical “La divina commedia opera musical”.

Il teatro Brancaccio di Roma mette in scena la versione musicale del poema dantesco con maestria e poesia. 

L'allestimento ha tutti gli aspetti per essere considerato un vero e proprio kolossal del musical. 

Non manca nulla affinché lo spettacolo sia considerato tra i migliori mai allestiti. 

Si apre la scena con un Dante di spalle indaffarato, chino sul tavolo, circondato da candele, dove compone l'opera che lo renderà immortale, sofferente perché sta affrontando una temporanea crisi esistenziale e trova la via d'uscita solo nella scrittura. 

Pensare a un viaggio immaginario all'interno delle realtà ultraterrene lo aiuterà a trovare il suo Io disperso e forse, aiuterà anche chi leggerà il suo lavoro. 

Il viaggio comincia con Dante (interpretato da Antonello Angiolillo) spaesato, circondato da una selva videoproiettata su un telo semitrasparente davanti all'attore, sulla cosiddetta "quarta parete", che vaga chiedendo disperatamente aiuto, non sa dove si trova e ha paura. 

È palese l'allegoria legata alla paura di Dante di essersi smarrito, il simbolismo con una parte della vita che tutti gli uomini provano durante la loro esistenza, lo smarrimento temporaneo quando qualche certezza crolla, qualche equilibrio si rompe e si prova la sensazione di essersi "persi" e si ha paura. 

Il soccorso al sommo poeta arriva da Virgilio (Andrea Ortis, nonché regista dell'opera) che lo guida come un padre amoroso verso la lotta alle sue paure. 

Insieme a Virgilio, Dante si trova alle porte dell'Inferno, vera e propria rappresentazione di tutte le pochezze e debolezze umane, incontra Paolo e Francesca, che simboleggiano la lussuria, Ulisse rappresenta l'inganno, Pier delle Vigne intrappolato in una foresta pietrificata per aver tradito Federico II di Svevia e financo il Conte Ugolino, colpevole di essersi macchiato dell'orrendo delitto di essersi cibato con le carni dei suoi stessi figli durante il suo periodo di prigionia.

Il viaggio attraverso gli inferi scuote Dante a tal punto da farlo soffrire e piangere, perché tante miserie all'interno dell'animo umano? Virgilio lo guida, con amore, invitando il sommo poeta a proseguire il viaggio per ritrovare sé stesso. 

E le temporanee apparizioni di Beatrice, oggetto dell'amore di Dante e del suo smarrimento, aiutano il poeta a rialzarsi e trovare la forza di proseguire. 

Finalmente "uscimmo a rivedere le stelle", Dante dopo la sofferenza provata all'Inferno, con Virgilio si appressa al Purgatorio, luogo che simboleggia il perdono e la speranza e precede il paradiso dove ogni cosa è bella. 

Il poeta latino accompagna Dante davanti a Catone, soldato romano simbolo di libertà di guardia all'accesso del Purgatorio. 

Qui tutte le anime sono in attesa di arrivare nel luogo elevato, aspettano con la calma di chi non è più in vita, che il loro momento per raggiungere il luogo della pace eterna arrivi, e accompagnano Dante fino alle porte di quel luogo, al quale Virgilio non può accedere e prende congedo dal suo allievo, davanti a Matelda, colei che allegoricamente rappresenta la condizione umana prima del peccato originale. 

Qui Dante parla con lei e si prepara a raggiungere il Paradiso per incontrare la musa che gli dà linfa vitale, Beatrice. 

Quando i due si incontreranno, la dolce creatura si presenterà come un trionfo di luce che consola l'uomo da tutte le pene patite. 

L'amore è sempre l'unica soluzione possibile alle sofferenze e alle paure. 

L'immagine che il musical dipinge di Dante non è la classica alla quale siamo abituati, un uomo semidivino su un piedistallo che ci guarda dall'alto in basso, ma di un uomo molto più terreno, debole, disperso, che solo con l'umiltà di affrontare le più recondite paura dell'essere umano, riesce a trovare la pace che realmente consola. 

Il corpo di ballo introduce ogni nuova meta del viaggio, a volte inquietante a volte speranzoso. 

Le scenografie curate da Lara Carissimi si susseguono introducendo ogni tratto del viaggio di Dante, insieme alle immagini videoproiettate sulla quarta parete. 

Le musiche sono composte da Marco Frisina che non ha bisogno di presentazioni insieme alla voce narrante di Giancarlo Giannini. 

L'opera è composta da venticinque canti che condurranno lo spettatore in una dimensione realmente ultraterrena, la commozione e il rispecchiarsi all'interno saranno parti inscindibili del trasporto dello spettacolo. 

Il teatro Brancaccio di Roma ospita La divina commedia opera musical fino al 25 febbraio.

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