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Oggi si venera San Gaetano da Thiene

Sacerdote della Controriforma, fondò la Congregazione dei Chierici Regolatori

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*Dedicato alla memoria dei miei nonni, Nino Andrisani e Gaetano Fornaro*

San Gaetano nacque a Vicenza da una nobile famiglia nel 1480. I genitori erano devoti alla Vergine Maria e a Lei consacrarono loro figlio, che quando divenne grande ricevette un'istruzione cristiana.

Nonostante sentisse già da adolescente una forte attrazione verso la fede e la figura di Gesù, si laureò in giurisprudenza a 26 anni. Il suo desiderio era quello di prendere i voti e diventare sacerdote, ma non si riteneva degno di tale compito. O almeno, non ancora.

Si recò a Roma nel 1506, dove iniziò a frequentare la Curia. La sua intelligenza e devozione furono notati dal Papa Giulio II, che gli dette il compito di occuparsi delle lettere pontificie.

Appena arrivato, Gaetano rimase ammaliato dalla bellezza della città: era il periodo rinascimentale, il periodo delle grandi opere architettoniche e artistiche commissionate dalla chiesa. Il Santo però, allora poco più che un ragazzo, si rese presto conto di come lo splendore apparente nascondesse uno stato di decadenza della fede: la vita morale della corte del Papa, dei sudditi e della nobiltà si era persa dietro le facezie artistiche, dimenticando la vera vocazione.

Gaetano non si fece scoraggiare e, deciso a vivere la sua vita come Gesù aveva vissuto la sua, decise di non sottrarsi alla capitale (come fecero molti asceti e santi) ma di cercare di migliorarla.

Iniziò a frequentare l'Ospedale di San Giacomo per dar sollievo ai malati e l'Oratorio del Divino Cuore, che aveva i suoi stessi ideali. Strinse un rapporto epistolare con Suor Laura Mignani, già all'epoca considerata Santa, che come lui aveva la vocazione riformista. Inoltre, grazia al suo lavoro alla Curia, riuscì ad entrare in contatto con altri vescovi e sacerdoti, che come lui non apprezzavano la deriva materialista della chiesa. 

Si sentì pronto a farsi sacerdote il 29 Settembre 1516, ma, pieno di dubbi e incertezze, non recitò messa fino al Natale di quell'anno. San Gaetano scrisse una lettera alla sua amica Suor Laura, raccontandole di una visione estatica avuta durante la funzione: la Madonna era scesa dal cielo, e aveva posto tra le sue braccia il bambin Gesù.

Questa visione dette al Santo nuova linfa. Egli l'interpretò come un segno positivo riguardo la sua missione: stava andando nella direzione giusta.

Nel 1520 tornò in Veneto e fondò l'Ospedale degli Incurabili a Venezia. Per tre anni il Santo si occupò dei malati, imparando i rudimenti della cura e assistendoli con parole di speranza. 

Qualche anno prima, Lutero iniziò a diffondere la sua Riforma, e a dar vita al Protestantesimo. Questo evento ispirò San Gaetano, che iniziò a studiare e lavorare con altri amici riformisti per trovare una giusta risposta. 

Tre anni dopo la fondazione dell'Incurabili, Gaetano tornò a Roma con tre amici riformisti:   Bonifacio Colli, Paolo Consiglieri, Giampiero Carafa (vescovo di Chieti, diventerà poi papa con il nome di Paolo IV). Nel frattempo Giulio II aveva lasciato il posto a Papa Clemente VII, che dette ai quattro l'autorizzazione di fondare la Congregazione dei Chierici Regolatori (detti anche Teatini). La Congregazione di San Gaetano fu la prima risposta della Chiesa al luteranesimo: ebbe inizio la Controriforma.

 La differenza fra la riforma di Lutero e la controriforma di San Gaetano è sostanziale: Lutero portò una soluzione ai potenti, infastiditi dal dover dar conto al Papa. Gaetano invece partì dal basso, dal popolo, diffondendo niente di più che il conforto dell'amore di Gesù.

Lo scopo di questo ordine sacerdotale era semplice: riportare vescovi e sacerdoti alla vita apostolica. Le regole erano già state scritte, e si trovavano nel Vangelo. Tra i dettami fondamentali c'è la povertà: i chierici dovevano spogliarsi di ogni bene e non dovevano chiedere elemosina, ma vivere di ciò che i fedeli decidevano loro di dare. San Gaetano si ispirò alle parole di Gesù: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”.

Nel 1527 avvenne il "Sacco di Roma": la città venne saccheggiata dai Lanzichenecchi. Il Papa riuscì ad assediarsi a Castel Sant'Angelo, ma il nostro Santo non fu così fortunato: prima di riuscire a scappare, fu seviziato, torturato e imprigionato.

Tornato in Veneto dopo la fuga, Gaetano si dedicò al suo ospedale, e strinse rapporti con Paganino Paganini, famoso tipografo, che insegnò ai chierici della Congregazione l'arte della stampa. Nel frattempo, il suo ordine prosperava.

Nel 1533, su volere di Clemente VII, si trasferì a Napoli, dove iniziò un'instancabile lavoro apostolico e di catechismo. Fondò oratori e ospizi e si dedicò ai malati dell'Ospedale (era stato costruito un Incurabili anche a Napoli, seguendo il suo esempio a Venezia) con tale abnegazione che la città lo amò da subito.

Giampiero Carafa succedette a Papa Clemente VII, con il nome di Paolo IV. Nonostante fosse un fondatore della Congregazione Teatina, che si basava sull'accettazione delle idee altrui, sul rispetto e sulla misericordia, Carafa dette libero spazio all'inquisizione spagnola nel regno di Napoli e in tutta Italia.

Ciò portò a violenti tumulti dei cittadini di Napoli (unica città a ribellarsi), sedati nel sangue. San Gaetano cercò di intercedere con il vecchio amico, ma a nulla servì. Spaventato e avvilito per i cittadini che amava, Gaetano pregò per la pace, si flagellò e si privò di cibo. Morì di stenti il 7 Agosto 1547, offrendo la sua vita a Dio in cambio della risoluzione del conflitto. Si flagellò fino all'ora prima della morte, e ai medici e amici che gli imploravano di smettere, rispose  "Il mio Signore e Salvatore è morto sulla croce: lasciatemi almeno morire sulla cenere".

 Due mesi dopo tornò la pace.

Il Santo riposa nella Basilica di S. Paolo Maggiore a Napoli, che si affaccia sulla piazza a lui dedicata.

PREGHIERA. O glorioso S. Gaetano, che hai amato il Signore con cuore puro ed ammirabile distacco dal mondo, intercedi presso Dio, affinchè noi pure, imitando le tue virtù, possiamo raggiungere la gloria.

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