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Applausi a scena aperta per il documentario giornalistico “La Madre”

Grande successo a Giffoni per il film, regia e lavoro giornalistico di Amalia De Simone

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Le cronache musicali ci raccontano che il 2023 è anche l’anno dei quarant’anni di “La donna cannone”, il capolavoro poetico di Francesco De Gregori. Una canzone nata dalla lettura di un articolo su un quotidiano locale. La donna cannone che vola al di là delle mediocrità, dei bassi compromessi, di una quotidianità asfissiante in cui prevalgono pregiudizi, incapacità di sognare e guardare (ben diverso dal solo vedere) e accendere stelle in un cielo sempre più buio. Ma c’è chi non si arrende, vola e fa volare, riesce ad accendere stelle lì dove la luce non c’è e abbatte ogni muro, ogni cecità, ogni pregiudizio, ogni incapacità di arrendersi al peggio che ci circonda. È quel che fa da ormai diversi anni Lucia Di Mauro, la cui storia abbiamo raccontato a febbraio sulle nostre pagine. Lucia è una delle protagoniste del documentario d’inchiesta “La Madre”, regia e lavoro giornalistico della giornalista indipendente d’inchiesta Amalia De Simone, fotografia, riprese e montaggio a cura di Simona Petricciuolo e delle stessa De Simone, musiche sono della cantautrice Assia Fiorillo che ha composto la canzone ‘La Madre’ (colonna sonora del documentario) insieme con De Simone con cui ha scritto il testo. 

Il documentario è stato proiettato durante il Giffoni Film Festival ottenendo un grande successo di pubblico. « Cinque. Le ho contate. Per cinque volte gli applausi della platea hanno sottolineato momenti della proiezione del mio documentario La Madre. Mi è tremato il cuore. Anche quando sentivo commentare sottovoce o con i sospiri le intercettazioni. È che quando ho visto quella sala cinematografica così grande, quello schermo così grande con sopra le mie immagini, quando ho saputo che prima di me c’era stato Parmitano e in giro c’erano tanti personaggi del cinema, della musica e dell’informazione, che c’era almeno un centinaio di ragazzi a vedere La Madre ho pensato: ma che bellezza e che fortuna» ha raccontato Amalia De Simone. 

«Quando si realizza un’inchiesta, un documentario, un lavoro giornalistico, la cosa più importante è che venga diffuso perché così vengono diffuse le notizie e io credo che questo sia un obiettivo che bisogna sempre tenere presente quando si fanno queste cose. Altrimenti non si capisce perché realizzarle. So che è un privilegio (figlio però anche nel mio impegno) riuscire a far arrivare a tante persone il lavoro che si fa» la testimonianza della giornalista d’inchiesta che ha ringraziato il Giffoni Film Festival, « che è un festival unico, prezioso e molto più grande di quello che pensassi, grazie al fondatore e presidente Claudio Gubitosi ai ragazzi di impatto giovani, Aldo Padovano, grazie a Laura Valente, Luciana Di Mauro, il papà di Luigi Galletta,a Ciro (che ho dovuto rendere anonimo) e ad Anna Mario Valese». 

« Ognuna delle vostre storie è un regalo per me e una testimonianza preziosa. A Laura Valente voglio dire che è solo grazie a lei e ai suoi collaboratori più stretti che al museo madre c’è stata quella irripetibile esperienza. Irripetibile perché innanzitutto è necessaria una volontà politica. A Lucia Di Mauro invece devo dire grazie per avermi scelta. Lucia è schiva, discreta ed è una nonna straordinaria. Ha dimostrato a tutti che cos’è il perdono e che cos’è la giustizia sociale» i ringraziamenti di cuore di Amalia De Simone che ha ricordato l’emozione del red carpet e la commozione di due ragazze che hanno assistito alla proiezione. 

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