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Oggi si venera Sant'Eusebio di Vercelli

Il primo vescovo piemontese

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Sant'Eusebio è stato il primo vescovo del Piemonte. Nacque circa nel 283 a Cagliari, da una famiglia benestante e cristiana. Non  si sa molto della sua infanzia, ma pare che suo padre morì martire, così come molti anni dopo la sorella Eusebia.

Dopo la morte del padre, insieme alla madre ed Eusebia si trasferì a Roma, dove ebbe la possibilità di studiare le Sacre Scritture. Fu colto già adolescente da una grande adorazione per i martiri: si recava spesso dove questi erano sepolti, per venerarne le reliquie.

In quel periodo il cristianesimo non era molto diffuso, e quindi Eusebio decise di dedicare la propria vita all'evangelizzazione dei popoli pagani. Nel 335 fu ordinato sacerdote.

La sua determinazione e devozione venne notata da Papa Giulio I, che nel 345 lo nomina Vescovo di Vercelli, facendone il primo Vescovo del Piemonte.

A Vercelli Eusebio stabilì la sua casa, organizzandosi con i sacerdoti del posto in una vita monastica dedita all'evangelizzazione della regione subalpina.

Contemporaneamente, ad oriente inizia a diffondersi la dottrina di Ario, in contrapposizione con la dottrina del Concilio di Nicea. Se quest'ultima sosteneva che Gesù fosse figlio di Dio, nonché un'estensione di Dio stesso, la dottrina ariana non vedeva in Gesù altro che un uomo, un profeta venerabile.

Con l'appoggio nell'Impero, gli ariani presero il sopravvento in molte regioni, facendo esiliare gli oppositori. Tra questi c'era un amico di Eusebio: Atanasio, vescovo di Alessandria d'Egitto, che venne esiliato ben cinque volte.

L'imperatore era in procinto di valutare il terzo esilio di Atanasio, quando il Papa richiamò a Roma Eusebio, Lucifero e Dionigi (vescovi di Cagliari e di Milano) poiché intercedessero a favore del collega di Alessandria. 

Durante il concilio presieduto dall'imperatore Costanzo II, i tre si esposero coraggiosamente a favore di Atanasio; Eusebio in particolare fece notare che forse era giunto il momento di venire a capo dello scisma, discutendo le questioni di fede. Purtroppo il congresso, presieduto principalmente da ariani, votò a favore dell'esilio, e solo tre voti erano contrari: Eusebio, Lucifero e Dionigi. Adirato, Costanzo II esiliò anche loro.

La leggenda vuole che Eusebio, prima del concilio, si fosse recato alla chiesa di Santa Maria Maggiore, ma che gli fosse stato vietato l'accesso dagli ariani. Il Santo non si scompose, ma passò la giornata a parlare con i suoi fedeli e seguaci, chiedendo loro di pregare. Il giorno dopo, alle prime luci dell'alba, Sant'Eusebio camminò per le strade con i suoi seguaci in una processione silenziosa, che si arrestò davanti alla chiesa barricata di Santa Maria Maggiore. Non fece altro che bussare alla porta, e i catenacci si sciolsero, permettendo ad Eusebio di entrare e partecipare al concilio. Gli ariani, adirati lo esiliarono.

Entrambe le storie procedono allo stesso modo: Eusebio venne esiliato prima a Scitopoli di Palestina, poi è trasferito in Cappadocia (Asia Minore) e poi nella Tebaide egiziana. 

Nel 361, morto l'imperatore Costanzo II, la pena venne revocata. Atanasio tornò ad Alessandria e lì venne raggiunto da Eusebio, che non torna subito a Vercelli poiché chiamato a risanare altre dissidi tra i cattolici. Tornò al suo vescovato un anno dopo, dedicandosi a testi sacri e all'evangelizzazione della Gallia.

E' considerato anche fondatore di due illustri santuari: quello di Oropa (Biella) e di Crea (Alessandria). La morte lo coglie nella sua Vercelli, dove riposa nel Duomo.

PREGHIERA. Aiutaci, o Signore, per i suoi meriti, onde possiamo a lui unirci nella lotta contro il male su questa terra e nella gloria in cielo.

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