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Spettri di Ibsen al Teatro Quirino di Roma

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Quante parole non diciamo? Quanti giudizi non pronunciamo? Quante cattive azioni nascondiamo? Quanti "Spettri" ci portiamo dentro?

Lo sapeva bene Henrik Ibsen che nella seconda metà dell'ottocento componeva, in Italia, Spettri. 

Dramma sociale che denuncia l'ipocrisia della vita borghese dell'epoca. 

Una famiglia composta da madre, padre, figlio e domestica. Il dramma inizia il momento subito successivo alla morte del padre e la moglie Helene (Andrea Jonasson) cerca di rivelare al figlio Osvald (Gianluca Merolli) verità sconcertanti che aveva sepolto, a cominciare proprio dalla cameriera Regine (Eleonora Panizzo) della quale lui è innamorato per poi scoprire che in realtà è figlia di una relazione clandestina del padre con un'altra donna e quindi sua sorellastra. 

Il perbenismo puritano è incarnato dal pastore Manders (Fabio Sartor) che trova da ridire sul modo di vivere ma che in passato ha quasi avuto una relazione con Helene, mentre la dissolutezza ha il volto del falegname Engstrand (Giancarlo Previati). 

Una tragedia familiare è in atto, lo spettatore viene coinvolto e travolto nello scoprire che nulla è mai come sembra, i mostri del passato ci appartengono e perseguitano, inevitabilmente ci vomitano addosso l'orrore degli atti commessi. Il personaggio di Osvald, che finirà per perdere il senno, la disperazione di Helene, madre impotente, la falsità camuffata del pastore Manders, la mancanza di scrupoli di Engstrand e l'impotenza di Regine, ci fanno vivere l'angoscia di ricordi remoti ma non sepolti.

La regia è affidata a Rimas Tuminas mentre il testo è stato adattato da Fausto Paravidino. 

Spettri di Henrik Ibsen è in scena al teatro Quirino di Roma da martedì 13 a domenica 18 dicembre.

(Foto corriere.it)

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