A volte il rapporto con il nostro Io è quanto mai tormentato. Non ci si conosce fino in fondo, si scoprono continuamente parti di sé che mai si sarebbe pensato di avere.
È il caso di Argante (Emilio Solfrizzi) che è pienamente convinto di essere malato quando, in realtà, è sano come un pesce e pieno di vita.
La sua convinzione diventa un'ossessione, tanto da coinvolgere chiunque sia con lui, si impegna a convincere gli altri che è sempre a un passo dalla fine, che se non fosse per i medicinali che i suoi amati dottori gli prescrivono a suon di moneta, sarebbe morto da un pezzo.
E chi può smontare un ipocondriaco dalle proprie convinzioni? Nessuno, se non il "malato immaginario" stesso.
Lo spettacolo scritto nel '600 dal drammaturgo francese Molière, ritorna in scena grazie alla maestria interpretativa di Emilio Solfrizzi che ci regala un Argante fedele al testo originale ma non per questo superato. Solfrizzi si destreggia e primeggia sul palco, tenendo alti i livelli di ilarità e attenzione di un pubblico entusiasta che non vede l'ora di ascoltare la prossima follia del protagonista.
Una commedia che fa star bene e che, come tutte quelle che si rispettano, fa riflettere.
Perché non è solo la malattia fittizia, il tema principale della pièce, Argante alterna la sua ipocondria a momenti di lucida malinconia, perché ogni tanto si pone qualche domanda nel profondo Io meno malato, non vuole far sposare sua figlia Angelica (Viviana Altieri) con l'uomo che ama (Cristiano Dessi) ma ha scelto il figlio (Pietro Casella) di un medico (Sergio Basile), futuro medico anche lui e stupido fino all'oblio. È contraddetto dalla serva Tonietta (Lisa Galantini) che lo fa tribolare e preso in giro dalla seconda moglie Belinda (Antonella Piccolo) che lo riempie di frasi edulcorate ma che in realtà spera che le malattie del marito siano reali così da raccogliere la ricca eredità.
Gli equivoci e i fraintendimenti la fanno da padroni sul palco, il ritmo è pulsante, le scene goliardiche ed esilaranti ed è quasi un dispiacere la fine del primo atto che interrompe le risate continue della commedia del genio Molière.
Uno spettacolo diretto da Guglielmo Ferro, Il malato immaginario è in scena al Teatro Quirino di Roma, dopo la prima stracolma di ieri, 6 dicembre, fino a domenica 11.