Le origini della Pipa affondano le radici nell'ere più antiche. E di radici si parla, visto che lo strumento in oggetto è per l'appunto ricavato dalla radice di erica, come tiene a precisare Salvatore Amorelli, mastro pipaio di fama internazionale che ha avuto l'onore e l'onere di fondare nel territorio impregnato di barocco ibleo come quello modicano, il museo della Pipa, che non si racchiude esclusivamente nell'esposizione di modelli particolari e unici, ma Amorelli dà la possibilità a giovani artigiani o aspiranti tali di imparare il mestiere del pipaio dalla raccolta del ciocco di erica all'accensione della fantastica pipa finita.
L'inebriante aroma che si respira all'interno del museo misto di legna, tabacco e Storia, una pace dei sensi olfattivi che trasportano il visitatore in una realtà virtuale fatta di boschi, legna, erbe, uomini e fragranze rende la visita ancora più piacevole.
Salvatore Amorelli ha esportato la sua arte in tutto il mondo, arrivando a donare il frutto del suo lavoro a personaggi storici come Papa Giovanni Paolo II, Bill Clinton, Milo Manara e il re saudita HH Abdullah Al-Saud (e siamo sicuri che se l'ispettore Ginko di Diabolik o Sherlock Holmes non fossero dei personaggi letterari, fumerebbero una pipa Amorelli).
All'interno del museo ci sono particolari modelli che non si trovano nelle normali tabaccherie, una su tutte, la pipa “mezzometro”, la più lunga del mondo.
Oltre che come guida, Amorelli accoglie il visitatore raccontando aneddoti personali avvenuti in oltre quarant'anni di manualità, raccontando con rammarico come abbia perso la sua prima pipa, come sia riuscito a far diventare la sua passione un mestiere e come non riesca a interrompere la sua voglia di creare, creare e creare.
Il Museo Internazionale della Pipa aspetta tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questa antica tradizione umana cogliendo l'occasione di visitare la città di Modica (o del cioccolato) e della cultura iblea.
(foto Concita Occhipinti)