La Biennale delle Ville Venete rassegna d' arte contemporanea “diffusa” in location di grande fascino e valore architettonico ideato da Massimo Tegon, ha presentato la “vetrina Sicilia” selezionata dal critico dell’Enciclopedia d’arte italiana la dott.ssa Melinda Miceli. La presenza del maestro indiscusso dell'astrattismo siciliano Pasquale Viscuso è stata notata dagli esperti d'arte e dai collezionisti per la sua calligrafia tonale unica in Italia: " linee destrutturate di vari colori e spessore si intrecciano nell'evanescenza di uno sfondo azzurro da cui emergono avvinghiate nell'evasivo caos. Sono queste linee le parti stilizzati di corpi deturpati, quali gambe, ginocchia e avambraccia che avanzano prive d'identità, ridotte al "non essere" in una danza centripeta e sconnessa. La relazione tra l'alta pittura astratta di Pasquale Viscuso e il movimento, giustifica il colore capace di veicolare nel suo supporto formale, contenuti conoscitivi ed espressivi ad un tempo univoco che fondono il segno al suo ritmo creativo". Melinda Miceli
Nato a Catania nel 1951, si è spento il 16 febbraio 2021 a soli 70 anni stroncato da un infarto il grande Artista Pasquale Viscuso dalle abilità eclettiche in ogni stile e soggetto da lui interpretato. Pertanto la richiesta del suo critico d'arte Melinda Miceli di inserire la sua biografia tra gli artisti storici del XXI secolo nell'Enciclopedia d'arte italiana è stata accolta.
Molti sono stati nel corso degli anni i quadri apprezzati dai Suoi amici e committenti. L’abilità e la notorietà indiscussa del maestro Viscuso è testimoniata da tutti gli autorevoli cataloghi contengono il suo nome e dai premi vinti tra cui spicca International art prize Giotto sezione pittura astratta. "Nella sua arte elabora una tecnica volta a ricercare l’invisibile con le regole del buon disegno destrutturato al confine con l’informale e il tachisme. “Viscuso estrae dalla sua intuizione un proprio alfabeto primitivo, che proviene da un’indecifrabile linguaggio arcaico, mosso da un segno efficace che pulsa di un ritmo ancestrale avente il ruolo funzionale di renderlo fortemente contemporaneo. Nello svuotarsi del suo calligramma l’artista mette in scena l’accettazione volontaria e sapiente del caso all’interno di una sperimentazione visibile nelle cromie delle superfici, nelle vivaci tinte pastello, mai troppo sature che mostrano audaci segni intenti ad indagare il profilo ineffabile dello spazio e del tempo. Archetipi di principi immateriali e soffio vitale sono genialmente partecipi di un divenire figurativo in attesa di una definizione iconografica che fugge in esiti estremamente trionfanti. Le variazioni sul tema si aprono a suggestioni filosofiche orientali, dove il gesto meditato e controllato come nelle calligrafie giapponesi, fa emergere l’incontenibile ritmo di segni brevilinei che occupano tutta la tela alludendo al movimento della folla o della natura, quasi osservate al microscopio. Convive al contempo nelle maglie del dipinto quell’atteggiamento creativo che utilizza una pluralità di segni che si ripetono, si inseguono, si intersecano seguendo un ordine che resta oscuro “refrain” dell’inconscio, dei meccanismi arcani della psiche in un’aura mistica in cui la provocazione estetica e lo stupore dell’orfismo si fanno esperienza e meditazione sul mistero ultimo della vita. La suggestione prende forma sulla tela e dà vita ad un’alchimia di sfumature e gradazioni di colore, una cifra vivente, con una “grammatica” e una percezione dettagliata che conserva la sua doppia natura di indagine naturalistica e allusione simbolica e mette in fuga le conoscenze formali a favore di una danza emotiva e spirituale. Nella sua “pittura lirica” la funzione simbolica ed espressiva del colore evidenzia il suo mondo emotivo ed un atteggiamento poetico che trapela dai soggetti sulla tela, ispirato dalla relazione tra l’uomo e le forme. Il quadro si fa sinfonia musicale che racchiude il volto di esteriore delle espressioni interiori. Pasquale Viscuso varca il confine del tempo e disegna la nuova trama del secolo avvolta un silenzio eterno che nel suo divenire risuona interiormente nel mistero del colore".
Dott.ssa Melinda Miceli storico e critico d'arte