La guida ambientale Maria Letizia Compagnone suggerisce un percorso che non solo fa smaltire i chili accumulati con le abbuffate estive ma fa godere della natura, testare la propria prestanza fisica e conoscere antichi saperi e sapori.
Il percorso si snoda lungo le antiche mulattiere del Pratomagno in provincia di Arezzo. E’ un cammino piuttosto impegnativo e Maria Letizia raccomanda di non sottovalutare lo sforzo fisico che comporta. Partenza dunque da Poggio di Loro a quota 625 metri, raggiungibile solo in auto, caratteristico paesino con la sua antica chiesa romanica donata da Carlo Magno all'Abbazia di Nonantola. Da qua si imbocca una vecchia strada comunale salendo dolcemente la parallela alla strada forestale lastricata ancora con pietre romane e circondata da boschi faggete, castagneti. Salendo si arriva al bivio (quota 808), dove deviando a sinistra si raggiunge il piccolo villaggio di Gorgiti dal latino Gurges-Gurgitis che significa la "vallestretta" il ponte a schiena d'asino, medioevale, l'antico forno che produce ancora oggi pane casalingo tradizionale e il mulino ad acqua dove viene prodotta la farina di castagna.
Proseguendo per circa un chilometro e intravediamo il borgo di Rocca Ricciarda e la rocca con i resti del castello che viene raggiunto dopo aver attraversato un ponte di pietra. E siamo a 900 metri a Rocca Rícciarda, il più alto tra i borghi montani. Il paese un tempo roccaforte fortificata, fu rifugio dei disertori dell'esercito di Annibale deve il suo nome a Guicciardo di Loro, signore del posto nel XIII secolo. La gente del luogo narra i loro antenati fecero cadere a pioggia una serie di massi sulla testa dei soldati di Federico Barbarossa che arrivarono qua per depredare il villaggio. E' un paesino da presepe, con casette in pietra e vicoli stretti, eretto su uno sprone roccioso da qui il detto "Se il masso scrocca addio alla Rocca".
Nei giorni feriali il paese è deserto perché l’unico residente tra tutti i villeggianti qui è Santino, l'artigiano che intaglia il legno. In fondo al paese, si trova il Campo Santo Vecchio; un sepolcreto costruito su uno spacco della roccia nel quale, allora si deponevano i cadaveri attraverso due botole. Da qui un belvedere meraviglioso, quando il cielo è terso si scorgono in lontananza i monti dell'Amiata. Da questo sito la vetta del Pratomagno è vicina, la si raggiunge da una mulattiera, dopo aver sostato per la pausa pranzo nel piccolo paese presso l'unica osteria del paese. Il percorso ricomincia fino a raggiungere la sella del Poggio da dove si scorge il poggio Cocolluzzo (1263 nt), e il panorama è realmente mozzafiato. Proseguendo per altri quindici minuti si trova la strada forestale che a sinistra porta alla croce del Pratomagno, girando a destra invece si torna indietro a Poggio di Loro. Gli amanti di botanica avranno di che ammirare, cammineranno tra Maggiorana,il Ginepro, la Carola selvatica, la Ginestra odorosa a Felce acquolina; Roverella e il Pino nero.
Il momento del rientro prevede la discesa al Poggio per un tempo di circa due ore. Una giornata che vede impegnati i gitanti in una suggestiva esperienza che riporta indietro nel tempo per antiche mulattiere ma avvertimento importante : lasciate a casa gli smarphone (tranne uno da usare solo caso di bisogno)