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Ambiente, IdV: Il Ministero risponde, ma quali azioni legali per il disastro della Caffaro?

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“Il Ministro ci risponde ma in realtà non ci dice quali azioni legali intende perseguire verso le Società e gli amministratori responsabili del disastro ambientale della Caffaro. I nomi ci sono, la quantificazione del danno pure, noi chiediamo che debbano essere perseguiti al fine di recuperare le risorse per la bonifica ed i costi che lo Stato ha sostenuto e dovrà sostenere”.

E’ quanto si legge in una nota dei senatori IdV Bencini e Romani che commentano la risposta avuta dal Ministro Galletti in merito ad una loro interrogazione. Il ministero asserisce che il sito è stato aggiunto all’elenco dei Siti di bonifica di interesse nazionale e che  tale inclusione trova la sua motivazione nelle evidenze di contaminazione diffusa da metalli pesanti e policlorobifenili (PCB) riscontrata nel territorio del Comune di Brescia, in particolare in prossimità dello stabilimento Caffaro. Per quanto concerne, in particolare, gli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle rogge, già disciplinati nell’Accordo di Programma del 29 settembre 2009, si rappresenta che, oltre alle risorse finanziarie stanziate dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare a favore del Sito e pari a complessivi € 14.769.806,00, la Regione Lombardia ha segnalato un ulteriore fabbisogno di 50 milioni di euro.La stima del danno ambientale, determinato dall’inquinamento generato per anni dalle suddette attività industriali nel sito in questione, è stata quantificata, in via preliminare, nel 2011 dall’ISPRA, sulla base delle informazioni e dati ambientali disponibili fino a quel momento, in € 1.533.807.700,00.

Per quanto concerne, inoltre, la responsabilità dell’inquinamento, si evidenzia che la Sentenza n. 1081 del 2011 del TAR Lombardia – Sezione distaccata di Brescia, ha individuato nella società Caffaro S.p.A., poi Caffaro S.r.l., la responsabilità per l’inquinamento delle rogge. Con riferimento alla possibile delocalizzazione della Caffaro Brescia S.r.l. del Gruppo SCEF dal sito di Brescia e al connesso problema occupazionale, è stato ricordato che la suddetta società ha comunicato la disponibilità a non trasferire le attività produttive nel sito di Torviscosa in Friuli, a condizione che il Ministero dello sviluppo economico le riconosca i 2,4 milioni di crediti d’imposta del conto energia che vanta dal 2014 e siano previsti sgravi fiscali per continuare a trattare le acque di falda inquinate e munte dalla barriera.  Il Ministero dello sviluppo economico ha evidenziato ha evidenziato la necessità di una verifica, ancora in corso, con gli uffici competenti rispetto ai costi dell’energia e al rimborso richiesto, nel rispetto dei limiti dettati dalla normativa.

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