âCi sono due interessi in campo. LâIran cerca lâegemonia regionale e la cancellazione di Israele da perseguire in tutti i modi possibili. Israele deve far sì che lâIran non sia più una minaccia, bloccando il suo programma nucleare e la sua influenza nella regione. Se portati alle massime conseguenze, questi due interessi porterebbero a una guerra complessiva, un conflitto globale, che nessuno vuole. Anche perché nessuno se lo può permettere: lâIran è troppo debole, ha una situazione interna difficile e unâopinione pubblica al limite della sopportazione. Il programma nucleare, per quanto avanzato, non è ultimato, e gli ayatollah perdendo il confronto perderebbero il potere e farebbero collassare il sistema costruito nel 1979â. Così lâambasciatore Giampiero Massolo, già segretario generale della Farnesina, allâAdnkronos.
âLâIran con lâattacco di ieri ha puntato più sulla visibilità che sullâefficaciaâ, prosegue Massolo. âUna manifestazione di forza e di coordinamento con i suoi proxy, ovvero i Paesi e i guerriglieri che hanno lanciato attacchi in contemporanea. Allo stesso modo, Israele ha potuto dare prova di una grande efficienza del suo sistema difensivo e di una alleanza di tipo difensivo con gli Stati Uniti. Quello che è successo ieri sera ha confermato questo quadro di dipendenza e di cointeressenza reciproca. Ma ora agire in modo molto aggressivo, magari nel territorio iraniano, provocherebbe una spirale del conflitto difficilmente arrestabile. Se togliamo dal tavolo lâipotesi del conflitto globale, resta spazio per una reazione proporzionata e difensiva continuata situazione di tensione che lâIran ha tutto lâinteresse a continuare usando i suoi proxy e mezzi asimmetrici come attacchi cyber e terroristiciâ, spiega lâambasciatore.
âLa comunità internazionale nel suo rapporto con Israele ha avuto finora due obiettivi: conciliare lâagenda di sicurezza di Israele dopo il 7 ottobre e quella umanitaria; evitare unâazione diretta e massiva a Rafah, trasformandola in una decompressione con la fuoriuscita dei palestinesi dallâarea e in unâoperazione a minore impatto sulla popolazioneâ, dice l'ambasciatore Massolo.
âOra si aggiunge un terzo obiettivo: limitare la reazione di Israele allâaccettabile, riconducendola nel quadro di questa partita di interessi nella regione. La tensione potrà salire ma non bisognerà valicare il limite dellâirreversibile. Unâazione conclamata nel territorio iraniano, ad esempio, sarebbe unâescalation. Non a caso nei giorni scorsi avevano colpito una stazione consolare in Siria, azione forte ma non diretta a colpire lâintegrità territoriale iraniana. Ora Stati Uniti e Paesi amici di Israele dovranno spingere per una reazione ânegoziataââ, conclude Massolo.