NOTA DELLA COOPERATIVA SOCIALE "IL SOGNO" E DELL'ASSOCIAZIONE SPORTIVA DI PROMOZIONE SOCIALE-SPORTIVA "FRONTE SOLIDALE" - SAN PIETRO VERNOTICO
Quello che sta accadendo a San Pietro Vernotico è eclatante, ma la verità è che ci sono già stati segnali analoghi che non hanno dato avvio ad interventi idonei per la conoscenza della «dimensione del fenomeno» e individuare «gli strumenti più adatti per fronteggiare la situazione». La dinamica che vediamo, la riassumiamo così: «ci sono alcuni ragazzini/e con problematiche complesse, che vengono da una forte povertà educativa, che vivono la violenza come strumento di affermazione. Spesso sono ragazzini/e con un senso di inferiorità , âmi ha colpito nel caso di ieri, che i ragazzini - ragazzine presenti erano alti un metro e poco più dinanzi alle forze dellâordineâ, ma erano proprio loro che trainavano il gruppo che aveva preso dâassalto il piazzale Domenico Modugno e lâadiacente parco giochi: accade spesso, è la debolezza psicologica e la mancanza di norme, per quanto universalmente riconosciute, che si trasforma in violenza.
Questi ragazzini diventano leader devianti e manipolano il gruppo, portando il gruppo a fare cose che nessuno di loro, da solo, farebbe. Che fare allora? Bisogna smantellare il gruppo prima che diventi una vera e propria baby gang» I ragazzi poi vanno presi singolarmente, con un percorso di tutoring e mentoring. Serve una strategia mirata, non basta fare appelli alle scuole e alle famiglie, ma in ottica di comunità educate: bisogna istituire e con questo nostro documento lo chiediamo: una Task Force permanente allâinterno dellâEnte comunale con operatori sociali, che già sono attivi sul territorio e lo conoscono, per smontare sul nascere i gruppi devianti, luogo per luogo.
Un censimento dei gruppi di ragazzini, dopo aver messo allo stesso tavolo lâUfficio di Servizio Sociale per minorenni, la Prefettura, la Procura, i Servizi Sociali, la Polizia, i carabinieri, la guardia di finanza, i Vigili Urbani, la scuola, gli operatori esperti, gli oratori, le associazioni di volontariato, i cittadini tutti.
Le forze dellâordine da sole non hanno le competenze necessarie per fare questo censimento. Un ringraziamento profondo va a loro per come gestita la situazione presentatasi ieri sera; bisogna sottolineare altresì che negli uffici dei Servizi sociali non arrivano tutte le segnalazioni per lâavvio di indagini sociali, restano sottaciute, sommerse emergendo solo quando il danno è manifestato.
Lâetà in cui sono messi in atto comportamenti vandalici e distruttivi si sta abbassando, tanto che già a partire dalle scuole dellâinfanzia sono evidenti episodi di mancanza di rispetto e prevaricazione piuttosto importanti. Si tratta di bambini e adolescenti che crescono nellâassenza di un no, privi di contenimento, magari giustificati in ogni loro comportamento. Non deve meravigliarci, dunque, il fatto che crescendo diventino sempre più incapaci di contestualizzare e di rispettare gli altri.
Giustificare un figlio a tutti i costi, addossare sugli altri la responsabilità e lasciare che agisca in modo impulsivo, senza alcun freno, non fa altro che deresponsabilizzarlo. à fondamentale, fin da piccoli, educare i figli al rispetto delle regole, aiutarli a comprendere che i loro comportamenti hanno delle conseguenze, che ci si deve assumere la responsabilità delle proprie azioni, che ci si deve fare carico dei danni provocati a se stessi o agli altri: tutto questo significa aiutarli a crescere e a diventare adulti responsabili.
Pertanto lâapproccio al fenomeno richiede una strategia di intervento congiunto e sinergico da parte di tutti i protagonisti della società civile, istituzionali e non, al fine di debellare ogni fattore che contribuisca a creare i presupposti per lo sviluppo di forme di devianza minorile, cercando di coinvolgere, principalmente, le famiglie che costituiscono lâhumus âcondizionanteâ in cui si sviluppa la personalità del minore.
Nella nostra comunità la devianza minorile che pare si stia costituendo ânon deve essere proclamata norma"nin simbiosi con un elevato indice di abbandono scolastico, materializzandosi in un boom di reati predatori.
Ogni agenzia educativa educa alla legalità attraverso il suo stesso essere agenzia educativa. La legalità è quindi da sempre presente, a livello di apprendimento informale, in ogni luogo frequentato dai minori, quale è la scuola, lâoratorio, attività del tempo libero. Il passo in avanti che si deve promuovere è quello di inserire questa educazione trasversale anche nei processi di apprendimento formale: non come fine ma come mezzo per costruire conoscenza, coscienza, rispetto dei diritti e dei doveri e programmare una risposta allâincalzare di fenomeni di illegalità e devianza sociale.
"Va minata la certezza d'impunità che spinge varie gang a formarsi allâetà di tredici anni. Una gang ne genera altre per imitazione o autodifesa. Sottovalutare sarebbe assurdo". Tutti noi siamo chiamati a dare il nostro supporto ad una comunità , la nostra, che non merita pagine di cronaca di tale rilevanza.