Il 23 febbraio 1455 l’inventore e tipografo tedesco Johannes Gutenberg, insieme all’incisore Peter Schöffer, completò la stampa delle prime 180 copie della Bibbia realizzate con la tecnica del torchio tipografico a caratteri mobili in metallo. Questa tecnica rivoluzionaria consentì la velocizzazione del processo di stampa e riproduzione dei libri attraverso la possibilità di riutilizzare le lettere di metallo già usate per stampare altre pagine.
La Bibbia stampata da Gutenberg oggi è detta anche “Bibbia a 42 linee” perché dalla pagina 6 in poi il testo, in latino e in caratteri gotici, è distribuito su 42 linee righe, divise in due colonne. La lavorazione dei volumi iniziò circa tre anni prima nel 1453 e rappresentò l’inizio della “lunga rivoluzione” tipografica e della stampa in Europa. Intorno al 1500 le tipografie si diffusero in oltre 250 città di tutta Europa e sempre intorno a quell’anno furono prodotte circa 27.000 edizioni per una stima complessiva di circa 13 milioni di libri.
Bisogna dire, tuttavia, che in Asia la stampa era già praticata da molto tempo attraverso la tecnica della xilografia ovvero la stampa di fogli attraverso una tavola di legno con incise le parole di ogni singola pagna. Anche il sistema dei caratteri mobili, fu per la prima volta inventato in Asia e precisamente sul finire degli anni ’40 dell’anno mille da Bi Sheng. In questo caso i caratteri mobili furono realizzati in terracotta per essere poi sostituiti con il metallo verso la fine del 1490.
Dal 1455, nonostante i limiti fisici, gli indici dei libri proibiti, le censure, i roghi e in ultimo la rivoluzione digitale, il libro di carta resiste ed è ancora uno strumento fondamentale per la diffusione di cultura e conoscenza.

(una della pagine della "Bibbia a 42 linee" di Gutemberg)